11/01/2022 di Manuela Antonacci

I “40 giorni di preghiera per la Vita”. La veglia della diocesi di Ventimiglia-Sanremo

Si è aperta con la Santa Messa celebrata dal vescovo Antonio Suetta nella festa dei Santi Innocenti martiri, lo scorso 28 dicembre, e si concluderà il 6 febbraio in occasione della Giornata Nazionale per la Vita promossa dalla CEI, la “40 Giorni per la Vita” organizzata dalla Diocesi di Ventimiglia–Sanremo per coinvolgere tutto il territorio diocesano e non, in una  preghiera continua per chi è fragile e senza voce: i bambini nel grembo materno. Ne abbiamo parlato con alcuni organizzatori

 

Una vera e propria maratona di preghiera la vostra, ci spiegate meglio di cosa si stratta?

«E’ un’iniziativa di preghiera che ha il fine di rompere il muro di silenzio che si è creato intorno all’aborto. Ci siamo resi conto che è diventato difficile persino sollevare la questione sull’argomento, è diventato un tema tabù, invece, in America, è al centro del dibattito. Volevamo, dunque cercare di tornare a mettere questo tema al centro dell’attenzione, perché non venisse dato per scontato, come se si trattasse di qualcosa che ormai c’è e debba essere dato per buono. Abbiamo pensato di organizzarla come iniziativa di preghiera, perché possa scuotere anche la coscienza dei cattolici, dunque ci sia siamo rivolti sia ai fedeli della diocesi, ma anche a chi è fuori della diocesi, proprio per partire da noi cattolici. Inoltre abbiamo pensato di fare una cosa incentrata sulla preghiera perché come diceva Giovanni Paolo II, la forza della preghiera va al di là di quello che possiamo programmare».

Ci saranno anche degli ospiti?

«Sì, perché oltre alla preghiera abbiamo pensato anche a delle testimonianze: ci sarà il professor Giuseppe Noia che parlerà delle meraviglie della vita prenatale, interverranno anche le volontarie de “La Vigna di Rachele” che invece affronteranno un tema ancora più tabù ovvero la sofferenza che rimane nelle donne che hanno abortito. Infine ci saranno Jacopo Coghe e Massimo Gandolfini per dare una chiusura del cerchio, sull’eutanasia.

Quindi c’è il tentativo di mobilitare le coscienze, oltre che con la preghiera, anche dando spazio alla dimensione della solidarietà?

«Sì, c’è l’iniziativa “adotta un nascituro” che è la possibilità di sostenere economicamente le maternità più minacciate dalla povertà e dalla mancanza di mezzi».

Avete pensato a chi, convintamente, esegue gli aborti?

«Nel nostro libretto di preghiera abbiamo inserito anche intenzioni per le donne che abortiscono e per coloro che le spingono a tale gesto. Pregheremo per loro durante le 4 veglie di preghiera che ci saranno nella diocesi. Si pregherà anche per la guarigione spirituale di queste persone. Tutto ciò perché vogliamo testimoniare che in Cristo c’è anche la possibilità di rinascere per coloro che hanno compiuto tale gesto».

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