COMUNICATO STAMPA
Guerra. Pro Vita Famiglia Emilia Romagna: «Affissioni per chiedere lo stop dell’invio di armi in Ucraina. Basta ulteriori morti!»
7 aprile 2022
«L’invio delle armi in Ucraina non significa affatto tutelare la vita dei civili, ma provocare ulteriori morti fra gli stessi civili». Lo afferma Simone Ortolani, referente del circolo territoriale dell'Emilia Romagna di Pro Vita & Famiglia, a commento della nuova campagna di affissioni promossa dall'associazione a Ravenna, Lugo e Faenza, con l'adesione dell'associazione culturale San Michele Arcangelo e della sede di Ravenna dell'associazione Family Day - Difendiamo i nostri figli.
Nei cartelloni l'immagine di Papa Francesco è accompagnata dalla citazione delle sue parole di condanna dell'aumento delle spese militari. Il 21 marzo, infatti, il Pontefice ha deplorato l'aumento delle spese militari, sottolineando che «bisogna creare la coscienza che continuare a spendere in armi sporca il cuore, sporca l'anima, sporca l’umanità».
Per Ortolani è «assurdo inviare armi a non ben precisate organizzazioni militari o para-militari. Quali armi in particolare? A quali organizzazioni sono destinate, nel dettaglio e in concreto? Ci si rende conto che la stessa uccisione di militari inevitabilmente provoca ulteriori vittime civili? Queste vittime sono infatti le loro mogli e i loro figli! Noi riteniamo - aggiunge Ortolani - che ogni vita umana è sacra e per questo guardiamo sgomenti alla debolezza della diplomazia europea, incredibilmente incapace di negoziare con autorevolezza il cessate il fuoco. La voce di Giovanni Paolo II si alzò per chiedere la pace in Iraq e nell'ex Jugoslavia e quella di Benedetto XVI per invocare la fine delle ostilità in Siria e in Libia: oggi auspichiamo che l'appello del Santo Padre alla pace non trovi nelle autorità di Washington, Mosca, Kiev, Bruxelles e Roma interlocutori ciechi e sordi».
