Sabato 8 febbraio a Padova il Comitato “Nel nome dell’Infanzia” si presenta ufficialmente. I testi scolastici predisposti dal governo educano i giovani all’omosessualismo. Un pericolo gravissimo per l’equilibrio psichico dei giovani. L’irrinunciabile impegno a batterci contro questo abuso.
Sapete cos’è l’UNAR? È una faccenda molto importante. È, nientemeno, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità, che fa parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Uno dice: “Giusto, combattiamo le discriminazioni razziali!” e gli vengono in mente i negri emarginati un tempo nel Sudafrica, o negli stati razzisti degli USA e così via, magari le tragiche croci fiammeggianti del Ku Klux Klan.
L’UNAR si preoccupa dell’educazione della gioventù, e già questo francamente ci puzza un po’, perché l’educazione “di Stato” ci piace poco. L’educazione è diritto e dovere della famiglia. Già, ma uno pensa a quella che era tanti anni fa, la “Educazione civica” nelle scuole. Una materia che in genere veniva trattata dallo stesso insegnante di Storia: si imparavano un po’ di articoli della Costituzione e un po’ delle norme fondamentali della convivenza civile.
E qui inizia il bello. La convivenza civile nel nuovo formato politicamente corretto non può prescindere da quello che ormai è il problema dei problemi, il più profondo e indiscutibile dei problemi dell’umanità: la difesa dei “diritti degli omosessuali”.
Per dircela tutta, è già ridicolo che in un Paese tollerante come l’Italia, che mai è stato razzista, si senta il dovere di istituire un apposito ufficio contro le discriminazioni razziali. Ma tant’è, un ufficio in più e un po’ di posti pubblici inutili in più non ammazzeranno il bilancio dello Stato…
Peccato che con una giravolta (il)logica formidabile si affermi, come sempre in modo categorico e assoluto, che bisogna imparare a non discriminare gli omosessuali. E chi mai li ha discriminati? Boh! Certo, ogni persona di buon senso sa che l’omosessualità è una patologia del comportamento e quindi si preoccupa di insegnarlo ai propri figli.
Ecco allora che entra a gamba tesa il Governo tramite l’UNAR e proclama: Bugia! Non sapete che esiste la terribile piaga del “bullismo”, nella fattispecie il bullismo omofobo?
Ed ecco che il Governo, tramite UNAR e coi soldi di noi cittadini, pubblica edificanti volumi per le scuole, in cui insegna, a partire dalla scuola primaria, fino al liceo, che l’omosessualità è normale, che non c’è niente da dire, che chi la pensa diversamente è un omofobo. Il tutto naturalmente viene fatto con il lodevolissimo intento di insegnare ai giovani a essere “tolleranti”, a combattere il bullismo. Insomma, ecco il cavallo di Troia (intesa come antica città, sia ben chiaro) per fare il lavaggio del cervello ai nostri giovani.
Questo è un abuso inaccettabile e vergognoso, che è nostro dovere denunciare e contro il quale dobbiamo batterci con tutte le nostre forze, per difendere i nostri giovani da un pericolo gravissimo: ricevere un’educazione (si fa per dire) stravolgente, che può avere contraccolpi tremendi sul loro sano sviluppo, che può mettere a grave rischio il loro equilibrio.
Esageriamo?
Sfogliatevi un po’ i testi che l’UNAR proporrà alle scuole, e che, con l’ansia diffusa di essere “politicamente corretti”, si può scommettere che saranno adottati:
per il testo destinato alla scuola primaria, CLICCATE QUI
per il testo per la scuola media, CLICCATE QUI
per il testo per i licei, CLICCATE QUI.
Non c’è bisogno di aggiungere molto.
Sabato 8 febbraio il Comitato “Nel nome dell’Infanzia” inizia la sua attività proprio perché si sta progettando di distruggere i nostri giovani. Fermiamo questi barbari finché siamo in tempo. Quando la Bestia esce dall’abisso si può fare solo una cosa: ricacciarla nell’abisso.
Tuto il resto è solo distruzione, morte.
Il comitato ha un programma: CLICCATE QUI
Si presenta sabato 8 febbraio a Padova: CLICCATE QUI
Il tempo dei “dialoghi” e dei “confronti” è finito. Qui abbiamo a che fare con chi vuole solo distruggere e già si prepara a distruggere la nostra gioventù. Regoliamoci in conseguenza.
Fonte: Riscossa Cristiana