05/04/2024 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia

Grati a Presidente Marche per saluto al convegno su umanità concepito. Acquaroli: «Mi avevano consigliato di non venire, sono qui per difendere libertà di opinione»

«Siamo grati al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli per aver voluto introdurre con il proprio saluto istituzionale il convegno scientifico organizzato da Pro Vita & Famiglia ad Ancona sull’umanità del concepito e sulla relazione personale tra il feto e la madre durante la gravidanza. Partecipando nonostante il clima di tensione creato dalla sinistra, ha dato una grande lezione di democrazia e di pluralismo, dimostrando di essere realmente rappresentativo della maggioranza delle famiglie marchigiane». Lo affermano in una nota Jacopo Coghe e Clara Ferranti, rispettivamente portavoce nazionale e referente marchigiana di Pro Vita & Famiglia Onlus, che ha organizzato oggi ad Ancona il convegno “In Principio era Persona”, oggetto di polemiche e contestazioni da parte del Partito Democratico nei giorni scorsi.

«Dopo le polemiche dei giorni scorsi - ha detto il Presidente Acquaroli ai presenti al convegno - qualcuno mi aveva consigliato di non venire per opportunità, ma è proprio per il clamore mediatico che ho deciso di venire e difendere il principio della libertà di opinione ed espressione di tutti».

Gli interventi di merito, introdotti da Roberto Festa, medico di famiglia e presidente del Centro di Aiuto alla Vita L’Ascolto di Loreto, sono stati aperti dalla relazione medico-scientifica del dottor Filippo Maria Boscia, professore di Fisiopatologia della Riproduzione Umana all’Università di Bari, che ha trattato il tema del grembo materno come “giardino di vita”, illustrando le fasi essenziali dello sviluppo umano intrauterino 

«Perché la perdita di un figlio durante la gravidanza, in qualunque modo avvenga, volontariamente o involontariamente, assume valenze traumatiche, a volte evidenti nell'immediato e a volte invece esplodono dopo anche dopo anni?» si è chiesto poi Tonino Cantelmi, psichiatra e componente del Consiglio Nazionale di Bioetica presso la Presidenza del Consiglio. «La risposta - ha spiegato Cantelmi - sta proprio nel profondissimo e precoce dialogo materno-fetale alla base dei sistemi di attaccamento che ci consentono di costruire relazionalmente la nostra identità».

A partire dagli aspetti prosodici-musicali della lingua, «tenendo conto della sensibilità acustica primaria del feto e dei risultati sperimentali sulle reazioni del feto e del neonato agli stimoli uditivi», Clara Ferranti, Professoressa di Linguistica Generale presso l’Università di Macerata, ha avanzato l'ipotesi che «la facoltà linguistica e un fondamentale principio della lingua si attivino già alla 20esima/24esima settimana di età gestazionale e non alla nascita».

Infine, Francesca Romana Poleggi, del direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus, ha evidenziato che «una società che non riconosce la dignità di essere umani ai bambini molto molto piccoli, con che credibilità si indigna per gli abusi e le violenze che bambini e adolescenti subiscono da più grandi? Le prime forme di violenza da condannare sono quelle che iniziano prima della nascita e si perpetuano con le manipolazioni in provetta, dove embrioni umani vengono assemblati, smontati e rimontati come fossero cose, congelati, scongelati e scartati come prodotti in scadenza».

 

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