Domenica 8 dicembre, giorno dell’Immacolata. Una notizia sul Giornale on line procura un legittimo senso di vomito. La Cassazione, il consesso dei soloni che garantiscono lo scrupoloso rispetto della legge, rinvia in Appello una sentenza che aveva condannato a 5 anni di reclusione uno spregevole individuo, un uomo di sessant’anni, sorpreso ad avere rapporti sessuali con una bambina di undici anni.
Si noti bene: non è in discussione il fatto che il rivoltante episodio sia accaduto: la polizia, nel corso di quella che una volta si usava chiamare “sorpresa”, aveva effettivamente colto i due tra le lenzuola, in quello che, sempre una volta, si usava chiamare “atteggiamento inequivocabile”.
Assumendomi ogni responsabilità di ciò che scrivo, non esito ad affermare che un individuo che compie tali atti andrebbe, prima di essere consegnato alla galera, sottoposto alla più dura lezione possibile. Non merita alcuna “comprensione” umana. È solo uno spregevole mostro.
Messo in galera, meriterebbe ben più di cinque ani di reclusione. Un tempo era la stessa malavita (più sana alle volte di certe persone cosiddette “perbene”) che in prigione regolava fino in fondo i conti con chi si era reso colpevole di azioni contro i bambini. Anche i delinquenti incalliti sapevano che i bambini non si toccano.
Ma ormai, nella strada verso l’abisso che il nostro amato Paese sta percorrendo a velocità sempre più precipitosa, non si è conservato nemmeno quel minimo di “codice d’onore” che sapevano avere anche i criminali. Udite udite: “la Suprema Corte invece di mettere la parola fine, conferma la condanna, ma rinvia in Appello parlando di «tenuità del fatto» e invitando a considerare la richiesta di eventuali attenuanti generiche. Motivo? I due erano innamorati. A undici anni si è consapevoli del significato della parola amore? La decisione rischia così di alleggerire la pena.”
Chiaro, no? “I due erano innamorati”! Ma, sciagurati giudici, vi rendete conto di ciò che dite? Una bimba di undici anni è “innamorata”? Quale capacità di discernimento vogliamo accreditare a quell’età, oltretutto in una materia come questa? Sarà stata piuttosto plagiata dal mostro, il quale, anche per questo, non merita le attenuanti generiche, bensì le aggravanti e il massimo della pena.
Già, ma qui si applica uno dei nuovi miti: tutto ciò che si desidera, si fa in comune accordo, tutto ciò è ammissibile. E si apre un circuito infernale: il porco sessantenne “vuole” sfogare i suoi istinti sulla bimba. Beh, già il fatto che “vuole” dà una prima spennellata di “lecito”: non esistendo più la morale (il relativismo l’ha distrutta), l’unico metro è il desiderio, il capriccio. Seconda spennellata: i due erano “innamorati”, quindi si presume a priori che la vittima (perché tale è) fosse consenziente. Ergo, abbiamo il desiderio e la consensualità: siamo a posto! E i supremi garanti della legge dichiarano che uno spregevole individuo è meritevole delle attenuanti.
Viene completamente saltato un passaggio: la volontà del minore non è libera, proprio perché minore, e quindi bisognoso di educazione e di formazione. Già, ma il “clima” politicamente corretto sta imponendo la distruzione dell’educazione del giovane, o, peggio ancora, la vuole delegare al nuovo Grande Fratello, all’incubo dello Stato che è onnipotente, ma che, non possedendo la morale, deve costruirla, e la sta costruendo sulle basi più infernali che si possano immaginare: su queste pagine abbiamo già scritto più volte circa l’educazione sessuale impartita fin dalle scuole dell’infanzia, e circa le mostruose “linee guida” della OMS in materia.
E il cerchio si chiude. I nostri bimbi sono gettati in balìa dei mostri: a scuola si insegnerà (e in alcune scuole già accade) ogni perversione fin dalla più tenera età. Se verranno recepite le linee-guida dell’OMS il salto nell’orrore sarà completato.
In attesa dell’inferno, la Magistratura si adegua e dichiara meritevole di attenuanti uno spregevole individuo che sarebbe meritevole solo di una bella macina di mulino legata al collo e successivo tuffo in mare.
Per ora la sentenza della Cassazione ha fornito i presupposti affinché il mostro possa uscire quanto prima di galera e ricominciare a fare nuovi innominabili atti. Intanto una bimba di undici anni ha subito un terribile trauma dal quale potrà riprendersi solo se sarà adeguatamente assistita e curata. A breve lo “Stato” farà da battistrada a mostri pedofili, imponendo ai bambini di accettare le porcherie che verranno fatte a scuola, con lezioni teoriche e pratiche.
Svegliamoci! Bisogna fare tutto il possibile, senza avere alcuna delicatezza e senza alcun cedimento vile a un “legittimismo” di comodo, contro chi vuole, nel suo delirio infernale, distruggere la gioventù.
Ricordiamoci che quando chi esercita l’autorità, legislativa o giudiziaria che sia, non lo fa più per il bene dei cittadini, ma esattamente per l’opposto, per il male, la ribellione, a qualsiasi livello e con qualsiasi mezzo, è non solo lecita, ma doverosa. I Cristeros non nacquero dal nulla. Rappresentarono la doverosa ribellione a un’autorità che ormai aveva imboccato la strada dell’empietà, della perversione, della distruzione.
Quella bimba di undici anni poteva essere la figlia di ciascuno di noi. E i figli di ciascuno di noi sono e saranno sempre più indifesi contro i mostri, privati o statali che siano. Sta a noi difenderli.
PS: attendo le solite delicate anime belle che dichiareranno il loro turbamento perché uso a volte un linguaggio crudo. Chiamo i mostri “mostri” e gli individui spregevoli “spregevoli”. Dichiaro di non avere alcun rispetto per chi attualmente esercita il potere. Insomma, dico tante cose “indelicate”. Consiglio sin d’ora a queste anime belle di riservare le loro lacrime alle vittime, piuttosto che ai carnefici.
di Paolo Deotto