19/09/2015

Gender: siccome siamo visionari...che succede a Bologna?

“La scuola è (o dovrebbe essere) il luogo della discussione. Dell’approfondimento. E delle decisioni condivise. Invece, quando si tratta di inserire un programma di autoerotismo ed educazione sessuale così ammiccante all’ideologia “gender”, le scuole italiane lo fanno senza informare i docenti.

Di nascosto, relegandone la presentazione all’ultimo ordine del giorno dell’ultimo Collegio Docenti prima della fine dell’anno”.

Questa la denuncia, riportata su Il Giornale.it, di un’insegnante di Bologna, a proposito del progetto “W l’amore”.

Nel nostro dossier un progetto con questo nome risulta già svolto a Piacenza , finanziato dalla Regione Emilia Romagna, nella scuola media Italo Calvino.  Il progetto “Viva l’Amore”: contiene istruzioni dettagliate, con tanto di illustrazioni, sull’uso dei contraccettivi, e sezioni dedicate alla masturbazione. Affronta anche i temi dell’identità e delle discriminazioni di genere: si chiede ai ragazzi se condividono il “modello di uomo e di donna” proposto in famiglia, con l’obiettivo di combattere gli “stereotipi di genere”. Si propongono ai ragazzi di terza media pensieri come il seguente: “Pensavo che per crescere bene servissero un padre e una madre. Invece ho amici con genitori separati, single o addirittura omosessuali! Quel che conta è volersi bene …”.

Ovviamente si spiega ai ragazzi che il “genere” si può scegliere liberamente, e per combattere gli “stereotipi di genere” si racconta, in terza media, che “non c’è un modo giusto per essere maschi e femmine e non ci sono caratteristiche esclusivamente maschili e femminili”. Si parla poi di “rapporti orogenitali ed anali” come un dato acquisito ed universalmente praticato, si presenta la “pillola del giorno dopo” come un contraccettivo, sottacendo il fatto che può avere effetto abortivo (per non parlare degli effetti collaterali sulla salute delle ragazzine).

Dice la professoressa in questione al Giornale: “Stanno cercando di costringerci ad accettare un modello basato sul falso e senza veridicità scientifica”. Anche i docenti, in  casi come questi, hanno diritto all’obiezione di coscienza.

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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