20/10/2022 di Manuela Antonacci

Gender. Progetto sull’indifferentismo sessuale arriva nelle scuole milanesi

Un nuovo progetto sull’indifferentismo sessuale, promosso dalla Fondazione Umberto Veronesi, verrà proposto alle scuole milanesi. La notizia choc ci arriva direttamente tramite la denuncia di un genitore, in particolare della scuola Rinascita-Livi, facente parte dell’Istituto Comprensivo Nazario Sauro di Milano.

L’iniziativa, il titolo è già eloquente, si chiama “SONO, SEI, È. Prospettive della scienza su sesso, genere e identità”, e verrà presentato proprio l’11 novembre con una conferenza presso l’Aula Magna della Bocconi.

La tesi di fondo è spiegata a chiare lettere sul sito della Fondazione: «i cambiamenti sociali e culturali, legati all’identità e alle scelte personali, influenzano e modificano la nostra percezione del dato naturale e della sua rilevanza. Le scienze, nella loro pluralità, possono permetterci di riconoscere le differenze naturali e le diversità sociali, e di evitare che queste si traducano in discriminazioni e diseguaglianze in vari ambiti: dalla salute alla famiglia, dal mondo del lavoro alla convivenza civile». Una tesi che, tuttavia, sarà tutt’altro che relegata nelle pareti dell’Aula Magna, ma che, dal 14 novembre, attraverserà le aule delle scuole elementari, medie e superiori, per ulteriori approfondimenti.

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Dal 15 novembre in poi, infatti, si terranno delle sessioni mattutine dedicate agli studenti delle scuole primarie (IV e V) secondarie di primo grado e secondarie di II grado di Milano, che si confronteranno con una serie di relatori e testimonianze, per approfondire proprio i temi della Conferenza. Il tutto accompagnato da una serie di film “a tema”.

Ad esempio, come denuncia un genitore, gli studenti della scuola secondaria di primo grado Rinascita- Livi (ICS Nazario Sauro di Milano) insieme a quelli di altre scuole secondarie di primo grado, sono stati invitati, in data 16 novembre a partecipare alla visione di un film sull’identità di genere “Tomboy”, veicolante una prospettiva decisamente a senso unico sulla questione: ovvero che il dato biologico è semplicemente un elemento neutro, che non dice nulla rispetto alla propria identità sessuale. Una prospettiva fluida all’interno della quale anche le relazioni che ruotano intorno alla ragazzina protagonista che si identifica nel sesso opposto, vengono relativizzate.

Subisce la stessa sorte persino il rapporto con sua madre, non accondiscendente rispetto allo smarrimento identitario ed esistenziale della figlia.

Lo spirito che pervade il film e la tesi di fondo è ben sintetizzata dalla recensione riportata nel documento con il logo della Fondazione veronesi, rivolto alle scuole: «Laure vive la sua differenza senza mai verbalizzarla, la sua diversità ha semplicemente un nome, Michael, e lo sguardo dell'istanza riesce a captare il mistero di un essere fluttuante liquidando subito la questione biologica». E come se non bastasse, alla prospettiva dell’indifferentismo sessuale si unisce anche una visione negativa dei rapporti familiari: come se la famiglia fosse quasi “destinata” a non comprendere determinate scelte. Una concezione che si fa ancora più grave proprio perché collocata all’interno di un contesto scuola, laddove la scuola ha come funzione primaria propria quella di creare una vera e propria alleanza educativa con l’agenzia educativa per eccellenza, che è la famiglia.

Insomma un’operazione di indottrinamento tout court, in nome di un non beninteso concetto di “scienza”, presentata quasi come un dovere civico e morale, ma di fatto, la grancassa di una mentalità e di una concezione dell’umano tutt’altro che solida ed educante.

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