“Oltre l’uomo e la donna” di Alain de Benoist è un saggio “contro l’ideologia gender” scritto da un intellettuale non cattolico, senza quindi alcun riferimento alla Creazione e men che meno all’antropologia cristiana.
Un libro estremamente razionale, che secondo la recensione che ne fa Andrea Chinappi, è da considerarsi addirittura “un tentativo di eversione”.
Il breve saggio di Alain de Benoist, sociologo di spicco e animatore del movimento Nouvelle Droite, è stato tradotto in italiano dalla neonata casa editrice Circolo Proudhon (Oltre l’uomo e la donna, Circolo Proudhon Edizioni, pp. 57, 6 euro).
L’autore collega la théorie du genre al femminismo egualitario, che sosteneva la necessità di una completa identificazione tra uomo e donna affinché venisse eliminata qualsivoglia disuguaglianza di genere; con l’obiettivo, cioè, non della promozione del “femminile”, ma della completa indistinguibilità tra il maschio e la femmina, a livello culturale, sociale e infine naturale. Scrive De Benoist, «Non si tratta di liberarsi del “patriarcato” e della dominazione maschile, e neppure degli uomini, bensì del sesso in quanto tale».
Perché sarebbe il sesso biologico lo strumento di base della dominazione dell’uomo sulla donna. Ma l’ideologia gender commette due errori fondamentali: il primo è credere che il sesso non conti alcunché nella creazione dell’identità sessuale e della personalità; il secondo errore consiste invece nell’identificare tout court il genere con le preferenze sessuali e la “bisessualità psichica”, ossia «il grado di mascolinità e femminilità presenti in ognuno di noi».
Infatti, si chiede come sia possibile parlare di orientamenti sessuali, che siano etero, omo o bisessuali, se non supponiamo l’esistenza di due sessi. Anzi, il fatto che esistano diversi orientamenti sessuali giustifica l’esistenza di due corpi diversamente sessuati.
Supporre che l’essere umano sia “neutro” – stando alla teoria della femminista Judith Butler – è una palese falsità.
Andare “oltre l’uomo e la donna” è il sogno di una post-modernità post-sessuale «dove non essendo riusciti a creare una società senza classi, ci si accontenterà di una società senza sessi. Un sogno di indistinzione, un sogno di morte».
Redazione