20/03/2014

Gender e ruolo dell’Unar. «Fare chiarezza»

Il Sottosegretario ciellino all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, dopo l’ennesimo caso di “finta” lotta alla discriminazione razziale, ha battuto un colpo! Sarà l’inizio di una modifica della Strategia Unar? Avvenire ha approfondito la questione

«A questo punto il governo deve decidersi a interveni­re, chiarendo, una volta per tutte, ruolo e funzioni dell’Unar». È netta la presa di posizione del sottose­gretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, anche alla luce del­l’ultimo “caso” scoppiato a Modena: al Liceo classico Muratori e­ra in programma un’assemblea degli studenti (poi posticipata e rivista nel modulo) con il transessuale Luxuria. Non passa gior­no, però, senza che le cronache locali segnalino iniziative nelle scuole che, con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi alla non di­scriminazione razziale, in realtà sono fortemente caratterizzate dai temi gender ed Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali).

La cornice istituzionale di riferimento è la Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto del­le discriminazioni basate sull’o­rientamento sessuale e sull’i­dentità di genere, adottata per decreto lo scorso 16 aprile, men­tre la regia operativa è affidata all’Ufficio nazionale anti-discri­minazioni razziali della Presi­denza del Consiglio. Costituito nel luglio del 2003, l’Unar sembra aver spostato il raggio d’azione verso le problematiche dell’omosessualità e del­l’ideologia del gender. Soltanto nel 2013, ha acquistato servizi e pagato consulenze per 250mila euro a realtà legate alle comunità Lgbt.

Anche gli ormai “famosi” opuscoli dell’Istituto Beck “Edu­care alla diversità a scuola”, sono costati 24.200 euro e sono stati diffusi, via Internet, in 40 esemplari, per una spesa di 605 euro ad accesso. L’ultimo “prodotto” targato Unar e destinato alle scuole per la Settimana d’azione contro il razzismo, in corso fino a do­menica, è la sitcom “Vicini”, ambientata in un condominio, dove sono bandite le famiglie con bambini ma non le coppie gay. «Posto che la lotta alla discriminazione, di qualsiasi tipo, è sacro­santa – aggiunge il sottosegretario Toccafondi – non credo possa però essere confusa con iniziative che con essa hanno poco o nul­la a che vedere e che, invece, mi pare siano un tentativo di indot­trinare i nostri ragazzi rispetto all’ideologia del gender e alle “nuo­ve forme di famiglia”. E, fatto ancora più grave, senza coinvolge­re le rappresentanze dei genitori all’interno della scuola». Anzi, come recentemente denunciato proprio ad Avvenire da Ro­berto Gontero, coordinatore del Forum delle associazioni dei ge­nitori della scuola (Fonags), le famiglie non sono state minima­mente prese in considerazione. «Tutto questo è inaccettabile – pro­segue Toccafondi – perché i genitori, anche per la nostra Costitu­zione, hanno il diritto-dovere di educare i propri figli. E devono sapere che cosa entra nelle loro classi».

Paolo Ferrario

Blu-Dental

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.