Rilanciamo l’articolo apparso oggi, su Il Tempo.it, a firma del nostro Presidente: se serve una risposta chiara e tonda alla Giannini e a chi la pensa come lei, sul gender nelle scuole, eccola servita.
Che il Ministro ci denunci! Non possiamo tacere la verità! La teoria gender nella Buona Scuola c’è!
La Giannini, negando che nella legge sulla Buona Scuola vi siano aperture alla teoria gender, è arrivata a minacciare azioni legali contro coloro che sostengono il contrario. La circolare diramata dal MIUR, checché ne dica il ministro, non ci rassicura per niente: in essa si continua ad usare l’espressione «genere» e non «sesso», quando la nostra Costituzione all’art. 3 parla proprio di «distinzione di sesso».
Finora i progetti sul gender sono stati finanziati dagli Enti locali, dal MIUR e dall’UNAR. Con la legge «Buona Scuola» si invita specificamente ad educare alla «parità di genere». Ecco il comma 16 dell’art. 1 della legge 107, «Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013». Per capire che il «genere» in questi testi è altra cosa rispetto al «sesso biologico» e che segue la logica della teoria gender bisogna riferirsi al contesto normativo e soprattutto:
– Alla Convenzione di Istanbul, attuata di fatto dalla legge 119, dove è scritto che con il termine «genere» ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini e fa riferimento ad orientamento sessuale, identità di genere e prospettiva di genere.
-Al Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere (approvato a Maggio 2015), che richiama in particolare l’obbiettivo di superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini (…) nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale (…) mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica.
Del fatto che il termine «genere» in queste normative fosse problematico in sé, era consapevole persino il Governo italiano in sede di firma della Convenzione di Istanbul: l’Italia depositò presso il Consiglio d’Europa una nota verbale con la quale dichiarava che «applicherà la Convenzione nel rispetto dei princìpi e delle previsioni costituzionali». La dichiarazione era motivata dal fatto che la definizione di «genere» contenuta nella Convenzione (l’art.3, lettera c) era ritenuta «troppo ampia e incerta e presentava profili di criticità con l’impianto costituzionale italiano». Purtroppo la dichiarazione interpretativa era troppo vaga («nel rispetto dei principi e delle previsioni costituzionali») e non ha scongiurato il pericolo, avveratosi con l’attuazione della convenzione mediante la legge 119 del 2013 e con l’adozione del «piano d’azione straordinario» nel mese di maggio 2015, dell’adozione del termine «genere» invece di «sesso», e di una interpretazione secondo la prospettiva (teoria) gender.
Non possiamo poi dimenticare che da quando è ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini non ha fatto nulla per impedire che nelle scuole venissero proposti ai nostri bambini e ragazzi progetti fondati sulla teoria gender e/o sull’omosessualità, come abbiamo riportato nel dossier “Scuola, casi gender” sul nostro sito www.notizieprovita.it.
Perciò i genitori devono vigilare sui programmi scolastici di questo anno accademico che potrebbero includere corsi ispirati alle teorie del Gender, consigliamo a tutti i genitori di prendere visione del “Vademecum per proteggere i tuoi figli” sempre visibile sul nostro sito.
Antonio Brandi
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’