23/06/2017

Gay Pride: la Regione cosa intende fare?

Abbiamo dato evidenza del fatto che, probabilmente, nel giugno del 2018 si svolgerà a Trento il Gay Pride

La notizia non è stata accolta con indifferenza dalla comunità trentina e anche le varie fazioni politiche hanno fatto subito sentire la propria voce.

L’Assessore alle Pari Opportunità Sara Ferrari, per esempio, ha detto che sarà presente a quella che definisce «una manifestazione per i diritti civili»? (Ci domandiamo se porterà anche i suoi bambini... perché no, Assessore? In fondo è un evento come un altro...). Anche Marika Poletti di Fratelli d’Italia ha fatto sentire la sua voce, rivolgendosi al Sindaco e al Vescovo: «Si sente in grado Andreatta di farsi carico delle naturali conseguenze di una sfilata di “porno-Madonne” (il sol concetto fa accapponare la pelle), uomini vestiti in modi indicibili ed altri spettacoli poco edificanti? [...] E il Vescovo Tisi non ha nulla da dire a riguardo? Intervenire è dovere di tutte le parti sociali».

Ancora, il consigliere della Lista Civica Trentina Claudio Civettini presenterà un’interrogazione al Consiglio provinciale per chiedere chi finanzierà il Gay Pride del 2018, mentre il suo collega di partito Rodolfo Borga ha interpellato direttamente la Regione, al fine di indagare i rapporti tra quest’ultima e gli organizzatori dell’evento.

Ecco il testo dell’interrogazione sul Gay Pride presentata da Borga

Indiscrezioni di stampa danno ormai per certo che l’anno prossimo la città di Trento sarà protagonista di un’altra sfilata, che verrà ad aggiungersi a quella degli Alpini.

Sfilata diversa per contenuti, toni e finalità rispetto a quella degli Alpini, ma che con ogni probabilità avrà anch’essa un certo risalto mediatico.

Pare, infatti, che il 2018 Trento avrà l’occasione di ospitare per la prima volta nel corso della sua bimillenaria storia il Gay Pride, manifestazione del c.d. orgoglio omosessuale che abitualmente si svolge con modalità e toni secondo certuni un po’ eccessivi, di certo non particolarmente, per così dire, “castigati”, come pare potersi dedurre dalle fotografie allegate al presente atto ispettivo.

La circostanza per cui la sfilata dell’orgoglio omosessuale si svolgerà a Trento non consente però di considerare l’evento come patrimonio esclusivo della Provincia autonoma di Trento.

Secondo alcuni autorevoli commentatori, infatti, la manifestazione oggetto del presente atto ispettivo sarà il Gay Pride delle Dolomiti e dell’Euregio, il che conferisce indubbiamente alla manifestazione una connotazione “autonomista”, “alpina” e “transfrontaliera” che siamo certi taluni esponenti politici apprezzeranno e che in ogni caso proietta l’evento in una dimensione euroregionale, che non si ritiene possa essere ignorata.

Poiché talvolta (ma non sempre, dipende da chi governa) le manifestazioni dell’orgoglio omosessuale si svolgono in cordiale intesa con le locali autorità politiche ed amministrative, pare opportuno chiedere chiarimenti sullo stato dei rapporti eventualmente intercorsi tra gli organizzatori e la politica regionale.

Anche in considerazione della circostanza per cui in qualche occasione il Sindaco della città ospitante il Gay Pride ha aperto il pittoresco corteo con tanto di fascia tricolore, che in Trentino Alto Adige Südtirol – lo ricordiamo agli amici del PATT che tanto hanno (invano) combattuto per far entrare nelle scuole elementari e medie trentine i rappresentanti di Arcigay ed Arcilesbica – potrebbe anche essere sostituita dal medaglione.

Così come peraltro puntualmente ricordato ai Sindaci della nostra Regione dall’assessore Noggler in adempimento della mozione recentemente approvata dal Consiglio regionale su proposta del Partito Autonomista Trentino Tirolese.

Quanto sopra premesso, il sottoscritto consigliere interroga il Presidente del Consiglio regionale al fine di sapere:

  1. a) se egli od altri componenti dell’Ufficio di Presidenza sono stati contattati dagli organizzatori del Gay Pride dolomitico e transfrontaliero;
  2. b) in ipotesi di risposta positiva, quali sono stati i contenuti del colloquio o dei colloqui intervenuti e segnatamente se egli o l’Ufficio di Presidenza hanno promesso di patrocinare e/o finanziare la manifestazione in esame;
  3. c) qualora ad oggi non vi siano stati contatti con gli organizzatori del Gay Pride dolomitico/transfrontaliero e per l’ipotesi in cui tali contatti si verifichino, se egli o l’Ufficio di Presidenza hanno l’intenzione di patrocinare e/o finanziare la manifestazione in esame;
  4. d) considerata la particolarità della manifestazione, se l’Ufficio di Presidenza intende partecipare con un suo rappresentante alla sfilata del Gay Pride dolomitico/transfrontaliero.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Staremo a vedere come evolverà la questione e cosa decideranno di fare la Provincia Autonoma di Trento e la Regione. Una cosa è tuttavia certa: se il Gay Pride dovesse aver luogo, i trentini (forti delle loro radici e ancora legati alla tradizione) non staranno di certo a guardare in silenzio...

Redazione


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