14/11/2022 di Fabrizio Cannone

Follia universitaria in Francia. La sessualità europea non Lgbt sarebbe il risultato del razzismo

La cultura dei popoli evolve e si sviluppa e l’università è, fin dai lontani secoli del Medioevo, il contesto più propizio allo studio, alla ricerca, all’approfondimento e all’innovazione.

Purtroppo però quando i fondamenti etici del vivere civile vacillano e tutto diviene relativo e opinabile, è possibile prendere abbagli e giustificare aberrazioni, in nome di una rilettura del passato alla luce delle devianti ideologie della contemporaneità.

Così, all’Università francese di Tolosa, è stato programmato per il prossimo 26 novembre, un “Atelier del laboratorio junior LGBTI”. Il corso, della durata di 2 ore, sarà dedicato ad una rilettura della storia in salsa gender, con un titolo che è davvero tutto un programma: “Verso una storia razziale della sessualità in Europa: criteri teorici e studio dei casi”.

Non c’è bisogno di forzare la fantasia, perché l’annuncio della Facoltà è piuttosto chiaro, pur nella sua evidente logica anti-scientifica e irrazionale, come riporta su Twitter la reporter de Le Figaro Eugénie Bastié: «Lo scopo dell’intervento è quello di pensare alle implicazioni degli approcci queer/trans, de-coloniali e antirazzisti, per fare una storia delle sessualità bianche». Esistono anche delle sessualità non bianche? E visto che la natura umana è la stessa in tutti i popoli, che legame ci potrà mai essere tra sessualità e colore della pelle?

Il tutto prosegue con un melting pot di razza e sesso, per condannare un passato che non piace e che si vuole decostruire.

«Se la sessualità – si legge - modella i corpi e le soggettività, continua la presentazione del corso, essa designa al tempo stesso gli scopi di riproduzione sociale e coloniale della razza». Neppure Einstein forse capirebbe. Ma che importa, se lo scopo è dimostrare che la logica binaria dei due sessi, invece che biologica e naturale – come è – deriverebbe da ideologie colonialiste e imperialiste di matrice ottocentesca?

La conferenziera sarebbe una certa Ruby Faure, dottoranda in filosofia e studi di genere. La quale, dopo aver confutato «la storia bianca delle (omo)sessualità» tratterà del «problema degli ani degenerati», della «emergenza del discorso omosessuale coloniale» e dei legami, imprescindibili certo, tra «eugenismo e repressione delle perversioni sessuali».

La professoressa Faure, si interessa da tempo, coi risultati che ciascuno immagina, alla «genealogia coloniale delle categorie sessuali europee tra il 1869 e il 1912». E oltre a ciò, l’illustre docente «anima dei seminari di studio queer/trans all’università di Parigi 8»

Si potrebbe ridere di tutto ciò se i pericoli e le assurdità non fossero così gravi e aberranti. Le follie, infatti, tendono a diffondersi nei contesti più diversi, specie se non si prendono per tempo precauzioni e rimedi.

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