I ricercatori affermano che gli adolescenti a cui è stata bloccata la pubertà ora sono “più felici” ma diversi fattori, tra cui soprattutto una diminuzione della crescita ossea, suggeriscono ben altre conclusioni. Come riportato dalla Nuova Bussola Quotidiana, la nuova ricerca pubblicata da Plos One sul lavoro osservazionale con cui si sono monitorati 44 giovani di età compresa tra i 12 e i 15 anni con disforia di genere diagnosticata – in cura presso il Servizio di sviluppo dell’identità di genere (GIDS) del Tavistock e Portman NHS Foundation Trust, il centro in cui i minori con disforia di genere sono trattati col Servizio sanitario nazionale inglese – riporta la conclusione che «l'esperienza complessiva dei pazienti» sottoposti al blocco della pubertà «è stata positiva». […] Tuttavia sono gli stessi studiosi che hanno realizzato la ricerca a concludere riconoscendo che «sono necessari studi prospettici più ampi e a lungo termine» per «quantificare in modo più completo i benefici e i danni della soppressione puberale». […] Ma il dato certo è che sia per l’altezza sia per le ossa si è verificata «una certa crescita, ma minore di quanto ci si aspetterebbe durante quegli anni senza soppressione ormonale». Insomma, mentre i media mainstream fanno passare il messaggio che il blocco della pubertà è assolutamente sicuro e positivo, lo stesso studio da loro citato fornisce pochissimi dati a conferma di tale ipotesi e anzi suggerisce il contrario, evidenziando le conseguenze irreversibili della cura.
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