Continua imperterrita l’opera di censura portata avanti dalle grandi piattaforme informatiche americane. Ormai è difficile che passi un giorno senza che YouTube, Twitter o Facebook non silenzino qualcuno che aveva osato sfidare il mainstream. In questi giorni Amazon, che è forse la forza più dominante nella cultura del consumo americana, vuole far credere che il problema del transgenderismo sia stato risolto. L'azienda ha infatti rimosso dalla sua piattaforma “When Harry Became Sally: Responding to the Transgender Moment”, scritto dal presidente del Ethics and Public Policy Center Ryan Anderson e pubblicato nel 2018.
Il libro sfida le premesse centrali del movimento transgender. "La gente dice che viviamo in un'epoca postmoderna che ha rifiutato la metafisica", scrive Anderson nel suo secondo capitolo. "Non è del tutto vero. Viviamo in un'epoca postmoderna che promuove una metafisica alternativa. Al centro del momento transgender ci sono idee radicali sulla persona umana - in particolare, che le persone sono ciò che affermano di essere, indipendentemente dalle prove che dicono il contrario". Apparentemente è stata proprio la critica di Anderson al transgenderismo a causare l’eliminazione del suo libro dalla piattaforma, ma non c'è modo di sapere esattamente quale fosse la sua trasgressione. Amazon non ha offerto spiegazioni pubbliche e non ha risposto a una richiesta di commento inviata in questi giorni. Lo stesso Anderson non sa cosa sia successo esattamente. Queste azioni censorie stanno diventando sempre più frequenti e ormai è obbligatorio chiedersi se viviamo ancora in dei paesi liberi o se è già iniziata una sorta di dittatura silenziosa.
Fonte: Washington Examiner