Altro colpo al cambio di sesso, in Finlandia, dopo la decisione svedese di vietare i medicinali bloccanti la pubertà per i ragazzi e le ragazze nella terapie trangender. Il mito dei paesi scandinavi dove tutto è permesso riceve un duro colpo dalla decisione della Finlandia di promuovere nei confronti delle persone affette da disforia di genere una prima linea d’azione fondata su interventi psicoterapeutici non invasivi. Nessun intervento chirurgico è permesso per minori sotto i 18 anni e la terapia ormonale si inizia solo se si accerta che, nell’arco di almeno due anni, “l’identificazione nell’altro sesso è di natura permanente e causa grave disforia”.
La persona che chiede la terapia chimica deve saper descrivere coerentemente come la disforia causi una grave forma di sofferenza nelle situazioni quotidiane, nella sua vita sociale o nella sua carriera professionale. Solo dopo questo percorso di faticosa autoconsapevolezza, le misure di trattamento che modificano il corpo possono essere eseguite e quindi solo se la persona può ragionevolmente giustificarne la necessità ed è consapevole dei rischi associati.
Il ‘Consiglio per le scelte nell'assistenza sanitaria’ in Finlandia (COHERE), ente che lavora a stretto contatto con il Ministero degli Affari Sociali, ha incaricato un gruppo di esperti per valutare le linee guida per le cliniche che si occupano del trattamento medico per le persone con disforia di genere e la capacità delle persone di accedere al sistema sanitario finanziato pubblicamente per tale trattamento.
Al COHERE si sono rivolti anche alcuni cittadini canadesi negli scorsi mesi per capire le procedure di transizione ed i trattamenti previsti nel paese scandinavo. A questa richiesta, l’ente finlandese ha risposto che “la disforia di genere, dunque la variazione dell'identità di genere in quanto tale non è un problema di salute. Ci deve essere una base medica sia per la diagnosi che per il trattamento. La nostra legislazione sull'uguaglianza e la non discriminazione non cambia questa situazione".
Tre documenti, con delle linee guida, sono stati pubblicati lo scorso anno proprio dal COHERE: Il rapporto sui "Metodi di trattamento medico per la disforia associata a variazioni dell'identità di genere nei minori" chiarisce i ruoli dei diversi fornitori di assistenza sanitaria in una situazione in cui un minore è incerto sulla sua identità di genere; le Raccomandazioni generali per il trattamento delle persone transgender, che si applica agli adulti; e le Raccomandazioni per il trattamento della disforia di genere relativa alle persone non binarie e alle persone con identità di genere diverse da quelle di sesso opposto.
In tutti i report viene specificato che qualsiasi valutazione del bisogno di assistenza psichiatrica e psicosociale va giustificato dal punto di vista medico per poter inviare le persone alle cliniche di ricerca multiprofessionali dell’HUS (Helsinki University Hospital) e del TAYS (Tampere University Hospital) se soddisfano i seguenti criteri: la persona ha un conflitto di genere significativo e prolungato che causa una sofferenza identificabile in modo dannoso nelle situazioni quotidiane; la persona è stata sottoposta a diagnosi e trattamento di possibili sintomi psichiatrici concomitanti e la loro continuazione durante e dopo il trattamento, se necessario, è stata accertata; è confermato che la persona ha le condizioni psicologiche e una capacità funzionale sufficiente per una valutazione impegnativa.
Per i bambini in particolare, “i trattamenti chirurgici non fanno parte dei metodi di trattamento della disforia causata dai conflitti di genere nei minori, l’inizio e il monitoraggio dei trattamenti ormonali devono essere centralizzati presso le cliniche di ricerca sull’identità di genere dell’HUS e del TAYS. Sulla base di un esame approfondito e caso per caso, l’inizio di interventi ormonali che modificano le caratteristiche sessuali può essere preso in considerazione prima che la persona abbia compiuto 18 anni solo se si può accertare che la sua identità come l’altro sesso è di natura permanente e causa una grave disforia. Inoltre, deve essere confermato che il giovane sia in grado di comprendere il significato dei trattamenti irreversibili e i benefici e gli svantaggi associati alla terapia ormonale a vita, e che non vi siano controindicazioni. In ogni caso, per gli adolescenti, le due cliniche TAYS o HUS devono compiere studi approfonditi sull’identità di genere e se la variazione dell’identità di genere e la relativa disforia non riflettono la temporanea ricerca di identità tipica della fase di sviluppo dell’adolescenza e non si placano una volta che il giovane ha avuto l’opportunità di riflettere sulla sua identità, ma piuttosto la sua identità e lo sviluppo della personalità sembrano essere stabili”.
La serietà finlandese è esemplare dunque: prima la persona e la cura appropriata e poi, con la maggiore età e acquisita la consapevolezza totale, gli eventuali trattamenti ormonali o chirurgici.