Pro Vita & Famiglia esprime profonda comprensione e compassione per la dolorosa vicenda personale di Laura Santi, ribadendo il diritto dei cittadini sofferenti di ricevere dallo Stato tutte le cure mediche e l’assistenza sociale necessaria ad alleviare il dolore e garantire una vita degna pur nella malattia: oggi, purtroppo, solo il 23% dei pazienti che ne avrebbero bisogno e diritto possono accedere al sistema di cure palliative, gravemente carente in Italia. Tuttavia, la ‘minaccia’ di recarsi in Svizzera per suicidarsi se la Regione Umbria non la aiuterà, rappresenta un ricatto politico del tutto inaccettabile a cui uno Stato civile non può cedere: compito dello Stato, infatti, è aiutare i cittadini a vivere con dignità fino al termine naturale della vita e non a uccidersi, aprendo una spirale infernale che, come noto, finirebbe per indurre alla morte cittadini anziani, soli, depressi o semplicemente ‘stanchi di vivere’. Persino la Corte Costituzionale, con la sentenza 135/2024, ha messo in guardia proprio dal pericolo che si possa creare una «pressione sociale indiretta su altre persone malate o semplicemente anziane e sole, le quali potrebbero convincersi di essere divenute ormai un peso per i propri familiari e per l’intera società, e di decidere così di farsi anzitempo da parte».
Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, sul caso della giornalista Laura Santi, consigliera nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, che ha dichiarato di volersi recare in Svizzera per accedere al suicidio assistito.