17/01/2024 di Gloria Callarelli

Fine vita in Veneto. L’Eurodeputato Berlato: «Ha prevalso buon senso»

Il progetto di legge di iniziativa popolare sul fine vita in Veneto – discusso ieri in Consiglio Regionale – per ora non è passato. Una momentanea “bocciatura”, dunque, siccome sono stati respinti i primi due dei 5 articoli del PdL, il secondo dei quali fondamentale per l’approvazione della legge stessa.

Secondo il regolamento regionale non si tratta, però, di una bocciatura dell’intera legge, che ora dovrà andare in Commissione e avrà un iter come un qualsiasi altro progetto di legge. Possiamo però dire che è una “bocciatura” a tutti gli effetti delle istanze radicali e progressiste del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e di chi, come lui (alcuni della Lega oltre che delle opposizioni) spingeva per far passare un’iniziativa portatrice di morte. Abbiamo a tal proposito intervistato l’onorevole Sergio Berlato, deputato al Parlamento europeo ed esponente di Fratelli d’Italia.

«Abbiamo assistito in Consiglio regionale del Veneto – ha detto ai nostri microfoni - al solito teatrino ideologico della sinistra e di alcuni esponenti di centro destra asserviti al pensiero dominante. Ha prevalso il buon senso».

Berlato, nel spiegare come si è arrivati a questo punto in Regione, ha raccontato: «Questa iniziativa, che l’associazione “Luca Coscioni” ha presentato, ha incontrato terreno fertile perché Luca Zaia ne condivide le idee. Secondo noi la legge è incostituzionale perché va a trattare livelli essenziali di assistenza che riteniamo sono di competenza statale. Siamo schierati per la cultura della vita non per la morte, noi dobbiamo garantire un’assistenza dignitosa a tutti. Anche qualora fosse passato, - ha proseguito Berlato - questo voto sarebbe andato a naufragare sullo scoglio della Corte Costituzionale».

Gli errori di Zaia, però, sono anche dal punto di vista etico, come ha sottolineato sempre Berlato: «Dobbiamo diffondere la cultura della vita e in tutti i modi abbiamo tentato di far capire lo sbaglio e il rischio che c’è: quello di aprire altri spiragli. Non vorrei mai che possa bastare un momento di sconforto, un esaurimento nervoso per accedere al fine vita. Noi siamo per la difesa della vita fino al concepimento. Quando qualcuno, erroneamente, dice che si può disporre della propria vita, ma se io vedo una persona che vuole suicidarsi cosa dovrei fare? Impedire di farlo o lasciarglielo fare, proprio come afferma questa mentalità? Mi auguro che tutte le associazioni pro vita continuino in questa battaglia serrata per difendere la vita».

Infine una punzecchiatura di tipo politico: «Perché Zaia sta cedendo a questa situazione? Secondo me perché è una persona molto sensibile ai sondaggi. Non vorrei mai che per inseguire il consenso o per accreditarsi politicamente anche le preferenze di altre aree abbia ceduto a questa deriva».

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