09/05/2016

Festa ‘di chi ti vuole bene’. Ciao mamma!

Abbiamo festeggiato ieri la Festa della mamma, un appuntamento tradizionale e che commuove adulti e piccini.

E’ sufficiente leggere alcuni componimenti e vedere alcuni disegni inviati a ProVita da bambini di diverse zone d’Italia per capire che “La mamma è sempre la mamma” e che essa è un tassello imprescindibile della vita di ogni persona.

Eppure nella nostra società i termini ‘mamma’ e ‘papà’ sono sempre più bistrattati: c’è chi vorrebbe parlare di ‘Genitore 1’ e ‘Genitore 2’ e c’è chi si spinge perfino a dire che la mamma altro non è che “un concetto antropologico” (si veda qui e qui)... Si dice che l’intento con cui si fanno queste proposte sarebbe positivo, in quanto volto a non discriminare i bambini che non hanno più un genitore o coloro che provengono dalle ‘nuove famiglie’ (il che, già di per sé, è una bufala: la famiglia è una sola e va difesa!).

In linea con questa (errata) visione, la Festa della mamma e la Festa del papà non possono che creare qualche problema, in quanto ‘di parte’ (se ne parlava già nel 2014). Ecco quindi la ‘geniale’ – si fa per dire – trovata delle insegnanti della I D della scuola elementare Coppino di Torino, che hanno pensato di rinominare l’appuntamento annuale per la mamma con un neutro Festa di chi ti vuole bene. Come era prevedibile – e per fortuna che è così... il buon senso non è ancora morto del tutto! – la decisione ha suscitato un vespaio di polemiche. Per esempio – come riporta La Stampa – una delle mamme che ha animato la protesta, ha scritto su Facebook: “Ritengo molto sbagliato eliminare due figure simbolo, la madre e il padre, a favore di un vago e fuorviante, nonché ipocrita, ‘chi ti vuole bene’. [...] Papà e mamma sono due cardini, due archetipi, due certezze intorno ai quali si è costituita la nostra società. Dovere della scuola è radicare certezze nelle figure di riferimento, non aumentare la confusione e disorientare i bambini“.

Tutti nasciamo da una mamma e un papà, non ci sono altre possibilità. Anche i bambini orfani, o i figli di genitori separati o divorziati, oppure i bambini che vivono con una coppia omosessuale (e che quindi sono frutto del grande business legato alla fecondazione artificiale, alla banca del seme e alla pratica dell’utero in affitto) hanno una mamma e un papà, e il fatto che siano morti o che gli adulti che dicono di ‘voler loro bene’ li abbiano deliberatamente privati dell’importantissima presenza di una di queste due figure non costituisce una smentita in tal senso.

Abolire la Festa della mamma non serve ai bambini: loro capiscono benissimo le differenze e sono assolutamente in grado di fare le giuste relazioni tra le diverse situazioni. Questa operazione sembra invece servire agli adulti ipocriti, che non hanno il coraggio di spiegare in maniera chiara alle nuove generazioni come stanno le cose: se un genitore è morto o non vive più in casa con la famiglia, comunque c’è stato e non è corretto negare questa figura nella mente del bambino; se invece si è di fronte a un’adozione gay, è corretto che gli adulti si assumano la responsabilità del proprio egoismo e spieghino ai loro ‘figli’ come mai non hanno la possibilità di vivere e crescere con la loro mamma o con il loro papà, che comunque esistono... da qualche parte, nel mondo.

Alba Mustela


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