12/05/2017

Fecondazione artificiale gratis... in cambio di ovuli

Il mercato oscuro dei gameti che c’è dietro la fecondazione artificiale è volutamente e ipocritamente ignorato da quelli per cui il figlio è l’oggetto di un “diritto” assoluto e inviolabile.

Viceversa è stato da tempo denunciato lo sfruttamento delle donne che vengono blandite, ingannate, attirate da un “facile” guadagno  dalle cliniche della fertilità che poi rivendono a prezzo ben più caro i loro ovuli ad altre donne (anch’esse spesso illuse, a cui vengono spillati quattrini sonanti in cambio di niente, nella maggior parte dei casi).

Conosciamo bene Jennifer Lahl e il suo scioccante documentario Eggsploitation”. Su questo portale e sulla nostra rivista cartacea mensile abbiamo riportato documenti, dati scientifici e testimonianze: ne abbiamo parlato anche in una conferenza stampa in Senato.

Xavier Symons, su BioEdge, ora ci informa che l’autority deputata nel Regno Unito alla cura e alla supervisione nel settore della fertilità e dell’embriologia, la HFEA, ha avviato un’indagine su diverse cliniche che offrono fecondazione artificiale, viste le schiaccianti accuse delle donne che hanno subito pesanti pressioni a “donare” ovuli  in cambio di un trattamento di fecondazione artificiale gratuito.

Il Daily Mail sostiene che alle donne più semplici e povere le cliniche dicono che la “donazione” degli ovociti è come “donare il sangue” (la neolingua continua a chiamare “ovodonazione” quel commercio che di gratuito non ha proprio niente).

Ricordiamo ai nostri Lettori che il prelievo degli ovuli dal corpo della donna è, invece, un’operazione chirurgica invasiva e che segue un bombardamento ormonale che presenta molti pericoli immediati e effetti collaterali gravi a lungo termine. Basti pensare che l’ovaio femminile che di solito è grosso come una mandorla, dopo la stimolazione diventa come un melone.

Ma la fecondazione artificiale è un business miliardario e dove ci sono lauti profitti la considerazione e il rispetto per gli esseri umani passa in seconda (o in terza, quarta...) linea.

Ne sappiamo qualcosa anche qui in Italia visto quanto è stato denunciato nella clinica del celebre ginecologo Antinori.

Redazione


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