28/10/2015

Famiglia – All’Onu si combatte e si vince

La famiglia naturale in Occidente è minacciata. Ma il mondo non è fatto solo dall’Occidente e peraltro anche quest’ultimo non è poi così compatto.

Nonostante le tante pressioni internazionali e finanziarie per promuovere i “diritti” dei gay e scardinare l’istituto familiare, la maggioranza dei Paesi crede ancora che il matrimonio è solo quella tra un uomo e una donna e che i bambini hanno il diritto ad un papà e ad una mamma.

Abbiamo scritto che lo scorso 3 luglio il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra, ha approvato (con 29 Stati favorevoli e 14 contrari) la Protection of the Family resolution (A/HRC/29/L.22), cioè una risoluzione a favore della famiglia naturale. La stessa ha seguito peraltro l’approvazione di una risoluzione analoga del giugno 2014. 

Pur non essendo un testo perfetto, si è trattato di un grande passo avanti sulla strada della tutela della famiglia. In particolare, la risoluzione va segnalata per ciò che non ha detto: non ha parlato ad esempio di “famiglie LGBT”, “diversi tipi di famiglie” e concetti simili.

E la riprova della positività di tale atto è data dalle proteste di alcune associazioni che lottano per il riconoscimento dei “diritti” della comunità LGBT: basti vedere cosa hanno scritto International Service for Human Rights e Sexual Rights Initiative.

Quest’ultima, ad esempio, ha criticato la risoluzione perché in pratica la ritiene un documento che contribuirà ad un’ulteriore discriminazione di persone con orientamenti sessuali diversi da quello etero.

Ora apprendiamo da Agenda Europe che l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani deve preparare una relazione (“Tutela della famiglia e contributo delle famiglie nella realizzazione del diritto ad un adeguato standard di vita”) da discutere nella sessione di marzo del Consiglio per i diritti umani e ha chiesto contributi che provengano dalla società civile, dal mondo accademico, da esperti e dalle missioni permanenti. Proprio oggi, 28 ottobre, è la data di scadenza per l’invio dei contributi, che non devono superare le 3 pagine e verranno pubblicati sul sito web dell’Alto Commissariato.

Come richiesto dalla risoluzione 29/22 l’Alto Commissario deve occuparsi di famiglia e diritti umani, del contributo che le famiglie possono apportare nella realizzazione del diritto ad un adeguato standard di vita per i loro membri, in particolare del ruolo che hanno nella eliminazione della povertà e nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, e le sfide future.

Anche perché il tutto ha sullo sfondo l’Anno Internazionale della Famiglia. Le associazioni e realtà che difendono la bellezza e la validità dell’istituto familiare hanno l’occasione per farsi sentire.

Nel mondo la “lobby” pro-family c’è ed è in azione. Un motivo in più per non perdere coraggio e per darsi ulteriormente da fare.

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI

LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI

 

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