20/10/2020 di Luca Scalise

Eutanasia spiegata ai bambini, la brutalità del male

Ne abbiamo già parlato mesi fa, ma non potevamo non ritornare più sull’argomento, vista la sua assurdità e brutalità. Cogliamo, dunque, l’occasione della pubblicazione di un nuovo articolo su Life Site News per fornire ulteriori dettagli riguardo l’idea di una dottoressa di normalizzare agli occhi dei bambini l’eutanasia dei loro cari, rendendoli partecipi di quanto comporta la procedura e facendoli assistere ad essa.

A suo parere, si dovrebbero mostrare loro i farmaci e le siringhe che verranno utilizzate, andrebbero poi avvisati di ciò che accadrà al corpo della persona che sarà sottoposta a eutanasia: la stanchezza iniziale, l’ingresso nel coma, la possibilità del bambino di sentir emettere dalla persona che sta morendo «strani suoni respiratori» - forse, un modo carino per dire che soffre o soffoca? – e precisando che questi «non le causeranno alcun dolore» - così dicono, ma nessuno può confermarci che sia stata una “dolce” morte.

Questi consigli della canadese Susan Woolhouse, che avrebbe avuto «il privilegio di essere coinvolta in oltre 70 decessi assistiti», sarebbero motivati dall’idea che «coinvolgere i bambini nel processo MAID» (assistenza medica a morire) «della persona da loro amata era forse una delle esperienze più importanti e terapeutiche per un bambino». Sì, abbiamo letto bene: “terapeutiche”. Adesso assistere al suicidio di una mamma o un papà o un nonno sarebbe “terapeutico” per un bambino. No. È uno choc assoluto.

Leggiamo inoltre che, a suo avviso, può essere utile intrattenere una conversazione con i bambini a riguardo, ma che dovrebbero essere fornite loro «informazioni oneste, compassionevoli e non giudicanti sul MAID». In pratica, un’informazione sull’eutanasia sarebbe corretta solo se non ci si azzarda a criticarla. Questa non è una “informazione corretta”, questa è ideologia, indottrinamento, esclusione del libero pensiero.

Il solo tentativo di normalizzare l’eutanasia contribuisce a una duplice morte: quella dei tanti che saranno vittime di questa pratica e quella di tante coscienze che saranno anestetizzate dalla propaganda che definisce “compassionevole” la morte assistita; mentre l’unica e vera compassione è “eliminare la sofferenza, non il sofferente”.

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