18/10/2020 di Luca Scalise

Eutanasia infantile e per “vita completata”, il terribile piano inclinato

Approvata una legge che consente l’eliminazione fisica di una persona, atto che mai e in nessun caso dovrebbe essere ammissibile, tutto può diventare legale. Così, le condizioni di legalità dell’eutanasia si sono man mano allargate: dai malati terminali a quelli gravi, dai disabili ai depressi perfettamente sani, dagli anziani ai bambini.

E proprio questi ultimi ora vengono colpiti in Olanda. «Il governo olandese sta discutendo l'estensione della loro legge sull'eutanasia per includere i bambini (1-12 anni) e le persone che non sono malate o morenti ma credono che la loro vita sia "completata"», scrive Euthanasia Prevention Coalition.

Ciò ha qualcosa di davvero assurdo. La vita è “completata” solo quando non c’è più, al momento della morte: dire, quindi, che la vita di una persona possa essere “completata” anche prima della morte è un po’ come dire a un uomo che, in un momento di vulnerabilità, si ritiene “finito”, che ha ragione, che la sua vita non ha più senso ed è libero di farsi fuori, anzi, lo si aiuta pure a togliersi di mezzo.

Possiamo immaginare quanto sia “libero” di scegliere la morte un sofferente che, per di più, viene fatto sentire un peso, per la cui vita nessuno lotta e per la cui morte tutti sono disposti ad attivarsi.

E nel caso dei bambini? La legge olandese già consente di praticare l’eutanasia ai bambini al di sotto dell’anno e al di sopra dei 12 anni, previo consenso dei genitori. Ora si punta alla fascia 1-12. Avvenire la definisce, giustamente, «una pratica che ripugna la coscienza e l’umanità come l’uccisione di un bambino». Perché di questo si tratta. I sofferenti hanno bisogno di cure, assistenza psicologica ed economica per ridurre la sofferenza, non di venire uccisi.

E sappiamo come stiano venendo fuori sempre più casi in cui l’eutanasia è stata praticata senza il consenso né del paziente, né dei parenti: una vera carneficina di persone eliminate perché “inguaribili” (seppur non “incurabili”) o semplicemente improduttive. Le tristi vicende dei piccoli Charlie, Alfie, Isaiah e di altri bambini ci facciano rendere conto di cosa significa aprire le porte alla cultura della morte, di cosa questo possa comportare.

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.