11/02/2017

Eutanasia a suon di musica: Dj Fanny vs Dj Fabo

Il dibattito sul tema dell’eutanasia si gioca anche... a suon di musica!

Negli ultimi giorni, infatti, hanno trovato spazio sui giornali Dj Fanny, ragazzo ventinovenne sardo malato di SLA, e Dj Fabo, quarantenne: due uomini che hanno in comune la passione per la musica e una storia di lotta contro la malattia. Malattia che però vivono in maniera diametralmente opposta: il primo è un grande innamorato della vita, mentre il secondo ha chiesto a gran voce l’eutanasia.

Il dibattito sull’eutanasia, di grande attualità in Italia per via del ddl sulle DAT di prossima discussione alla Camera (è in corso una raccolta firme per cercare di bloccarla), entra così anche nel mondo della musica. Con Dj Fanny e Dj Fabo, ma anche dal palco dell’Ariston dove sia il cantante Ron, sia Fiorella Mannoia si stanno esponendo in prima persona in difesa della vita.

Ma vediamo meglio la storia dei nostri due dj e ascoltiamo le loro stesse parole.

Andrea Turnu, in arte Dj Fanny, è malato di SLA e può parlare e sorridere solo con gli occhi. Nonostante il tornado che negli ultimi quattro anni ha rivoluzionato la sua vita, Andrea «riesce a mixare – scrive La Repubblica – grazie a un nuovo tipo di puntatore oculare (il ‘Visual dj’, un programma di missaggio completamente digitalizzato). Ha creato una pagina Facebook chiamandola ‘Con gli occhi’ per condividere col mondo le sue passioni e dialogare con persone che vivono nella sua stessa condizione». Seguito sul noto social da oltre 26.000 fan, il Dj ha appena realizzato un brano, che ha scalato le classifiche e che ora il ragazzo spera possa arrivare fino a Sanremo: My window on my music. L’intento con cui Dj Fanny lo ha scritto è quello di sensibilizzare rispetto alla SLA e di raccogliere soldi per la ricerca.

«Spero di essere un esempio per tutti i malati che alternano momenti di fiducia ad altri di sconforto», ammette quindi con una semplicità disarmante il giovane.

Di segno opposto è la storia di Dj Fabo, cieco e tetraplegico, che dice di sé di essere «bloccato a letto immerso in una notte senza fine». Nelle ultime settimane ha anche realizzato un video di appello al Presidente della Repubblica, tramite il quale chiede di poter morire. Appello che naturalmente è stato ripreso dal sempre noto Roberto Saviano, che ha commentato sul suo profilo Facebook: «Auguri a te, che chiedi solo di essere libero, anche adesso. Libero anche se non puoi più muoverti e non puoi vedere. Libero, come sei sempre stato, come hai sempre vissuto. Auguri a te che chiedi a questo Parlamento coraggio. Coraggio per legiferare sul fine vita, per introdurre in Italia la possibilità di poter praticare l’eutanasia. Coraggio per aiutare e rispettare chi soffre... ». Forse qualcuno dovrebbe spiegare a Saviano che i morti non sono né liberi né coraggiosi, perché sono morti. Quindi dare la morte è togliere definitivamente libertà e coraggio alle persone...

Due vite, due atteggiamenti opposte di fronte alla malattia. La speranza è che a vincere siano le note della vita, di quella vita che – come canta la Mannoia – «per quanto assurda e complessa ci sembri, è perfetta! [...] Dovremmo imparare a tenercela stretta!».

Teresa Moro


#STOPEUTANASIASTOPDAT:

 non facciamoci imbrogliare! 

firma e fai firmare qui la petizione contro la legge sulle DAT, che legalizza l’eutanasia

 

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