17/01/2022 di Giuliano Guzzo

Europarlamento. Ecco chi è la favorita pro life Metsola. Ma non manca la candidata attivista Lgbt

Si vota domani per l’elezione del nuovo presidente del Parlamento Europeo. Un’elezione che, nonostante arriva pochi giorni dalla prematura scomparsa di David Sassoli, in realtà era in programma, siccome proprio la presidente dell’Europarlamento viene rinnovata, come da prassi, ogni due anni e mezzo.

Un’altra prassi – anche vista gli attuali equilibri politici e partitici – dovrebbe essere l’alternanza tra un presidente Socialdemocratico, come appunto era Sassoli, e uno appartenente al Partito Popolare Europeo. Proprio tra le fila del Ppe spicca il nome della favorita al dopo-Sassoli, ovvero la maltese Roberta Metsola, classe 1979, avvocato, oltre ad essere vicepresidente vicaria del Parlamento europeo, nonché attuale presidente ad interim.

L’elezione si terrà martedì prossimo a Strasburgo e – se così sarà – farà molto rumore. Il motivo è semplice: oltre ad essere donna e decisamente in gamba, Roberta Metsola è una convinta pro life; il che, se per il mondo che a cuore la difesa della vita nascente, costituisce senza dubbio alcuno una buona anzi ottima notizia, per il fronte abortista, o per chi è su posizione più ambigue, rappresenta un incubo, o quasi. Non deve, rispetto a ciò, essere un caso che già lo scorso mercoledì 8 dicembre la politica maltese sia stata interrogata dal gruppo Renew Europe, in particolare da deputati della Francia, proprio sulle sue posizioni sui temi etici e la vita nascente.

Risale al 2018, invece, una dichiarazione della Metsola che ebbe a definirsi, anzi a rivendicarsi, come «spudoratamente pro life», nel senso di essere per la vita senza vergogna né compromessi. Si possono ben comprendere, allora, lo smarrimento e il nervosismo che, copiosi, serpeggiano in queste ore in certi ambienti, all’idea di avere una pro life così convinta alla presidenza del Parlamento Ue, ruolo che potrebbe ostacolare non pochi disegni ideologici progressisti. Del resto, per la politica maltese i giochi sembrano fatti.

Oltre che del suo gruppo – il Ppe -, Metsola dovrebbe infatti ottenere il sostegno dei Socialisti&Democratici e dei Liberali di Renew Europe.

Il risultato, però, per quanto probabile, non è affatto scontato, soprattutto dopo la “sorpresa” che mercoledì scorso è arrivato da parte dei Verdi. La candidata Alice Bah Kuhnke, ex ministra svedese per la Cultura e la democrazia, sembra infatti essere più che una semplice “bandiera”. Figlia di  padre gambiano e attivista per i diritti delle donne e delle comunità Lgbt, ex volto televisivo con un passato da sprinter nei 200 metri, è stata difatti candidata dai Verdi proprio per cercare di scompaginare i giorni e mettere un bastone tra le ruote della maggioranza Ursula in vista dell’elezione del nuovo presidente dell’Aula.

Oltre alla candidata maltese e alla Kuhnke, per la presidenza dell’Europarlamento corre anche il polacco Kosma Zlotowsky, candidato di bandiera dell’Ecr. Il gruppo dei Conservatori lo sosterrà alla prima votazione, ma non è escluso che possa convergere sulla Metsola in eventuali altre chiame, nel caso in cui l’eurodeputata non fosse eletta al primo scrutinio.

Staremo a vedere come evolverà la situazione, anche se – come ammettono a denti stretti anche i suoi rivali – per la Metsola, come si suol dire, i giochi sembrano fatti. Il che, se si concretizzerà, sarebbe un’ottima notizia. Non solo, evidentemente, per il mondo pro life, come poc’anzi detto, ma anche perché l’elezione dell’avvocato maltese – se avrà luogo, meglio restar cauti – determinerebbe un forte colpo per una certa narrazione, assai cara alla cultura dominante.

A nessuno sarà infatti sfuggito il tormentone per cui ogni volta che, per un certo ruolo, si fa largo l’ipotesi che a ricoprirlo sia «una donna», ecco che, guarda caso, trattasi di esponente progressista, di ispirazione pro choice e vicina all’agenda Lgbt. Peccato che Roberta Metsola in tale identikit non rientri affatto, anzi. Proprio per questo, sarà divertente vedere quali reazioni farà un certo mondo, anche giornalistico, davanti all’elezione di una presidente dell’Europarlamento «spudoratamente pro life». Se le promesse verranno mantenute, come dire, ne vedremo delle belle.

 

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