17/01/2023 di Fabrizio Cannone

Ennesima crociata Lgbt contro Rowling. Via il suo nome da Harry Potter

Non si arresta la guerra contro la scrittrice J.K. Rowling, la celebra autrice della saga di Harry Potter

Il successo planetario dell’epopea letteraria e cinematografica del piccolo maghetto ha fatto sì che la scrittrice sia stata a lungo celebrata. Anche perché, da sempre, la Rowling, si pone come una femminista convinta, una benefattrice di bambini e poveri, e non ha mai negato le sue simpatie verso il partito progressista inglese (i laburisti, a cui ha donato somme cospicue).

Dal 2019, però, il vento è drasticamente cambiato perché l’autrice ha iniziato a difendere il concetto scientifico (e non ideologico) del sesso biologico. In pochissimo tempo è partita una internazionale campagna di fango contro la Rowling, accusata di transfobia, di omofobia, di bigottismo e di altri delitti inventati ad arte dai fanatici della teoria antiscientifica del gender.

Lo Spectator ci informa dell’ultimo episodio della guerra contro la scrittrice. L’obiettivo sarebbe ora quello di «cancellare il suo nome dai suoi stessi libri». Un certo Laur Flom, di Toronto, vuole infatti ristampare un Harry Potter in edizione epurata, quasi ad usum delphini, senza che compaia il nome dell’autrice. E sembra che si sia già messo al lavoro, come scrive sui social la giornalista –e femminista - Monica Ricci Sargentini.

Laur Flom dichiara di voler aiutare quei fan di Harry Potter, che «hanno un problema etico con la signora Rowling». Ma di quale problema etico si tratta?

Esistono scrittori che non sono stati esemplari o impeccabili come persone e come cittadini, e la loro lista è piuttosto lunga. Ma a nessuno, almeno finora, è mai venuto in mente di censurare il nome di colui che ha dato vita all’opera o al testo.

L’odio ossessivo che i fautori del gender sprizzano da tutti i pori vorrebbe però un Harry Potter “de-rowlingzzato”, perché, come afferma lo Spectator, «Rowling crede nel sesso biologico». E questo è grave, perché dire la verità fa male ai bugiardi. Lo scopo dell’iniquo occultamento del nome è dunque quello di «punire la Rowling per il suo pensiero sbagliato».

Del resto la censura della scrittrice non è nuova. «Abbiamo già visto Rowling essere lasciata fuori da una riunione dei creatori e delle star dei film di Harry Potter». E perfino l’attore che ha interpretato Harry, Daniel Radcliffe, dopo i quattrini guadagnati, le ha voltato le spalle.

Episodi secondari, forse, perché il mondo è più vasto delle paturnie dei censori pro gender. Ma questi esempi, ormai ripetuti da anni nel mondo dello spettacolo, del cinema, dell’arte danno un’idea dell’onnipotenza di queste piccole e arcigne lobby. Le quali vorrebbero punire e umiliare tutti coloro che come la Rowling “la pensano diversamete”, ovvero credono che i sessi siano solo due.

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