Povero Elton John.
Diciamo davvero: è dura essere un multimiliardario così noto e popolare.
E’ facile cadere nel mirino di qualche profittatore che trova una scusa – più o meno fondata – per fargli causa e spillargli dei soldi.
Diciamo questo, perché sinceramente non ci piace rimestare nel torbido e dare rilevanza a notizie di sapore scandalistico. Però...
Pare che una sua ex guardia del corpo l’abbia denunciato per molestie sessuali. Palpeggiamenti vari accompagnati da frasi tipo: “Devi scoprire l’omosessuale che è in te“.
Purtroppo per lui, è verosimile che abbia detto una cosa del genere. Perché questo fa la differenza tra chi è omosessualista e chi, omosessuale, vive pacificamente le sue tendenze verso persone dello stesso sesso, con la naturale discrezione di chi dovrebbe custodire certe attitudini.

La discrezione che dovrebbe esser propria anche degli eterosessuali: non perché la sfera sessuale sia un ‘tabu’ da nascondere, ma perché è un bene prezioso e intimo da custodire...
Invece no. Quelli come Elton John – a prescindere dal fatto che siano omosessuali o no – devono sbandierare ciò che avviene nella loro camera da letto.
Nella fattispecie, poi, non solo comprano bambini cui negano scientemente e radicalmente l’affetto di una mamma, ma pretendono che tutti condividano le loro attitudini e le loro esperienze.
Questo è il vulnus che, nel caso in questione, il musicista inglese sta pagando. Non sarà vero, ma è verosimile che abbia insistito un po’ troppo nelle sue avances con il body-guard, perché lui davvero crede in quello stile di vita; perché lui davvero crede che l’omosessualità sia naturale e quindi è verosimile che abbia fatto, e soprattutto detto, certe cose.
Quanto alla denuncia, per noi è innocente – come tutti gli indagati – finché non sopraggiunga una sentenza di condanna definitiva.
Certe cose però non gli accadrebbero se si riscoprisse la dimensione sana e giusta di un valore che un tempo si coltivava e che oggi è considerato dai più, con supponenza, una cosa ridicola: il comune senso del pudore.
Francesca Romana Poleggi