22/05/2024

Elezioni Europee. Intervista a Barbara Figus (Libertà)

Barbara Figus, 52 anni, vedova  e madre di una figlia 22enne, Oss3 ed infermiera volontaria della Croce Rossa italiana, è candidata per la lista Libertà nella circoscrizione Italia Isole. E’ alla seconda candidatura in politica, la prima in Europa.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?

«L’amore per la Famiglia, nella sua origine naturale, come cellula fondante la società e come nucleo pensato da Dio, la vita come sacra dal concepimento fino alla morte naturale hanno un ruolo centrale e fondamentale nella mia vita di cittadina e di donna cristiana e cattolica. E fu una persona , un grande uomo ed un grande santo, a darmi la spinta: Papa Giovanni Paolo II, con quel suo “Ci alzeremo in piedi” pronunciato anni fa negli Stati Uniti».

In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?

«Sono dirigente  e coordinatrice sarda del Popolo della Famiglia, nonché tra i fondatori, dal 2016. Sono consacrata laica nell’Ordine Francescano secolare e membro e fondatrice di varie associazioni di volontariato onlus, tra le quali l’associazione psicologi e psicoterapeuti NSG a favore della vita nascente e ho sempre lavorato nel sociale con particolare attenzione alla persona in ogni suo aspetto, alla disabilità e alle persone particolarmente fragili o che vivono dei disagi. Porto avanti, inoltre, varie collaborazioni con associazioni Prolife, compresa Pro Vita & Famiglia».

L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Sebbene tutti i sei punti siano importantissimi e prioritari, dovendo scegliere, scelgo il punto 1 e quindi il contrasto all’aborto, che è a mio avviso la matrice di tutti i problemi. Proporrei certamente interventi di sostegno economico e sociale alla donna come madre ma anche alle coppie e famiglie con l’istituzione di un “Reddito di maternità europeo”, l’ implementazione di misure di sostegno quali congedi parentali, periodo di maternità, allattamento, nidi aziendali per le mamme che scelgono di non rinunciare al lavoro, sgravi fiscali, quoziente familiare europeo, mutui agevolati per la prima casa. Tutto ciò finanziato togliendo finanziamenti a progetti gender friendly e agli armamenti».

Oltre ai valori e principi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«Lo smarcamento dall’Europa riguardo alle imposizioni legislative e lobbistiche che si sono rivelate dannose, immorali, vessatorie e liberticide per le famiglie e le imprese italiane . Quindi la libertà di essere Stato sovrano in particolare su sanità, istruzione ed economia. Ogni stato ha il diritto di preservare la propria identità economica e sociale per cui tutela del made in Italy, no alle importazioni indiscriminate, si alla tutela di agricoltura, pesca e artigianato locale. Autodeterminazione dei protocolli sanitari, fuori l’Italia dal patto di stabilità, no al green pass globale e all’iperdigitalizzazione e no allo strapotere dell’OMS».

 

 

 

 

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