Anna Bonetti, classe 1997, assistente alla comunicazione e laureanda in scienze internazionali e diplomatiche, è candidata alla carica di Consigliere in consiglio comunale a Genova con la Lista Civica “Vince Genova” a sostegno del candidato sindaco Pietro Piciocchi, alle prossime elezioni amministrative che si terranno i prossimi 25 e 26 maggio.
E’ attiva nel mondo pro-life da sei anni ed è stata in passato ospite alle Manifestazioni per la Vita di Roma, Vienna e Monaco. Ha già collaborato tra il 2021 e il 2022 come giornalista freelance per Pro Vita & Famiglia, mentre a gennaio 2021 è stata testimonial della campagna di Pro Vita & Famiglia tramite camion vela e affissioni.
Perché ha deciso di impegnarsi in politica, quali sono i valori fondamentali che la animano e ispirano sia nella vita privata che in quella politica?
«Ho deciso di portare in politica la mia esperienza che ho acquisito in questi anni, dall’attivismo pro-life al mondo della disabilità. Il mio impegno è orientato ai bisogni di tutta la società. Chiaramente per me i valori pro-life sono fondamentali per questo ruolo. Inoltre la mia esperienza triennale come volontaria al Centro di Aiuto alla Vita nella mia città mi ha portata a conoscere da vicino i bisogni delle donne che si trovano in difficoltà con la propria gravidanza. Per questa ragione, credo che il mio impegno in politica sia la giusta occasione per impegnarmi a promuovere una corretta informazione, soprattutto tra le giovani generazioni sull’esistenza dei centri di aiuto alla vita e sulla possibilità di rivolgersi a essi nelle situazioni difficili. Inoltre, trovo fondamentale sensibilizzare la società sull’importanza di difendere la vita, anche se questo può portare ad essere malvisti dalla società. Mi sono resa conto che lo strumento più potente per toccare i cuori delle persone è proprio la mia testimonianza, raccontata nel mio romanzo autobiografico “Inattesa”. Per questa ragione vengo invitata spesso in giro per l’Italia a raccontare la mia testimonianza».
L’Italia sta affrontando un drammatico declino demografico. Quali strumenti ha a disposizione un Comune per fare la sua parte e quali proposte concrete sosterrà, se eletto/a, per agevolare le natalità anche garantendo alternative all’aborto?
«Il candidato sindaco Pietro Piciocchi è molto sensibile a queste questioni e già in campagna elettorale ha proposto misure per sostenere la natalità, tra i quali voucher per le mamme che decidono di passare più tempo a casa con i propri figli. Dal canto mio mi impegnerò a promuovere visibilità e informazioni sui Centri di Aiuto alla Vita. Già il candidato sindaco ha proposto di sostenere concretamente le parrocchie e gli oratori come agenzie educative e questi sostegni si possono estendere anche ai CAV».
In che senso, secondo lei, la famiglia è la cellula fondamentale della società? Ci fa l’esempio di una misura sociale e fiscale concreta che sosterrà per agevolare le famiglie, in particolare se numerose e con disabili o anziani a carico?
«Un modo per sostenere le famiglie è quello di rendere gli asili nido accessibili e gratuiti. Credo che sia fondamentale aumentare le detrazioni fiscali per le famiglie numerose o con disabili a carico. Sarebbe importante che anche l’Università disponga di spazi gratuiti dove le mamme studentesse possono lasciare il proprio bambino, senza dover essere costrette a dipendere da terzi».
Sapeva che in alcuni Comuni associazioni LGBT o “trans-femministe” tengono corsi di formazione per operatori di nidi e materne per diffondere un approccio “gender fluid” già nella fascia 0-6 anni? Che ne pensa? È pronto/a a difendere la libertà educativa dei genitori vigilando e impedendo che progetti ideologici siano diffusi nelle scuole del suo Comune?
«Ci sono casi in cui, nelle scuole, ci sono comportamenti ideologici che non condivido, come ad esempio mettere la giacca rosa ai bambini maschi. Chiaramente sono cose minime, che a mio avviso rischiano di creare confusione nell’identità di genere. Dal canto mio mi impegnerò per evitare che progetti ideologici possano entrare negli asili e nelle scuole. Credo nell’educazione civica che insegni al rispetto per tutti, indipendentemente dalla propria condizione».