20/08/2015

Educazione sessuale e direttive OMS: alcune note a margine

A proposito degli Standards per l’Educazione Sessuale in Europa di cui tanto abbiamo parlato, sottolineiamo alcuni elementi che riteniamo fortemente problematici, sui quali forse non si è riflettuto abbastanza.

Circa l’educazione sessuale, in ogni casa vi sono delle variabili significative in relazione alla cultura delle famiglie di origine, alla loro religione ed estrazione sociale. Le diversità vanno rispettate e valorizzate: un percorso “standard” le calpesta e le omogenizza.

– Nel documento OMS, vi sono richiami costanti all’autoerotismo. Nessuno ritiene che la masturbazione [si intende l’atto di toccarsi i genitali, da bambini, ndr] sia un evento innaturale, nella vita di un bambino, spesso esplorativo, talvolta autoconsolatorio, ma non è comprensibile perché ci debbano essere degli specialisti che istruiscono bambini su una cosa naturale e legata alla spontaneità infantile, magari parlandone tutti insieme, senza tenere conto della privacy e del pudore che è sempre presente fin dalle più tenere età.

– Nel documento citato vi sono costanti richiami alla cultura gender, fin dalle più piccole età, quando i bambini sono ancora in una fase esplorativa e di confronto rispetto alle figure maschili e femminili, in famiglia: il padre, la madre, fratelli e sorelle etc. Questi concetti legati all’indifferentismo sessuale possono cadere, nel momento in cui il bambino sta mettendo a fuoco la sua identità sessuale, causando confusione, e disorientamento, come molti psicologi clinici sostengono.

Per finire  pongo alcuni interrogativi:

BludentalA chi affidiamo una educazione così complessa, e con obiettivi così ambiziosi? Per formare del personale che capillarmente arrivi ad ogni bambino credo che non bastino anni di formazione, competenze specifiche ed un monitoraggio nel tempo degli obiettivi. Se poi consideriamo che molti di questi argomenti in Italia sono stati affidati ad organizzazioni LGBT, o loro sostenitori, si comprende quale sia la strategia formativa.

Abbiamo la certezza che vi sia una omogeneità di comportamento nell’attuazione di questo ambizioso e complesso progetto? Non vi possono essere dei bias legati ai singoli operatori; si parla di tematiche che coinvolgono le parti più intime e sensibili della emotività umana e che possono condizionare le proprie convinzioni su certi argomenti.

Chi decide cosa? Per esempio “norme sulla nudità”, “norme sociali e norme/valori culturali?, contraccezione, aborto? Quanto differisce l’approccio alla sessualità fra un ateo, un cattolico, un musulmano!

Ricordiamo cosa dice il documento dell’OMS:

Nella fascia 0-4 anni: gli insegnanti (dell’asilo) devono trasmettere ai minori informazioni aventi ad oggetto «gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce e scoperta del proprio corpo e dei propri genitali» «diversi tipi di relazioni 
le diverse relazioni familiari», «diritto di esplorare le identità di genere, norme sociali e norme/valori culturali ruoli di genere».

I bambini devono raggiungere la competenza di «esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel “gioco del dottore”».

I bambini devono essere aiutati a sviluppare «un atteggiamento positivo verso i diversi stili di vita», «l’opinione che le proprie emozioni siano giuste e che sia giusto esprimerle», sono sempre giuste le emozioni, tutte, e perché insistere tanto sulla parte emotiva?  «sentimenti positivi verso il proprio sesso e il proprio genere», che ovviamente sono distinti: un conto è il sesso e un conto è il genere?

Nella fascia 4-6 anni, gli insegnanti (scuola dell’infanzia) devono trasmettere ai minori informazioni aventi ad oggetto «amicizia e amore verso persone dello stesso sesso» e «relazioni con persone dello stesso sesso»; «sensazioni legate alla sessualità (vicinanza, piacere, eccitazione) come componenti della gamma di sensazioni umane (devono essere positive; non devono includere la coercizione o il far del male), gioia e piacere nel toccare il proprio corpo; masturbazione infantile precoce differenze di genere, differenze culturali e differenze legate all’età».

I bambini devono raggiungere la competenza di «consolidare la propria identità di genere»

I bambini devono essere aiutati a sviluppare «un’identità di genere positiva».

Terza fascia: 6-9 anni. Gli insegnanti (scuola primaria) devono trasmettere ai minori informazioni aventi ad oggetto «cambiamenti del corpo, mestruazioni, eiaculazione, variabilità individuali nel decorso dello sviluppo e scelte riguardanti la genitorialità, la gravidanza, l’infertilità, l’adozione, l’idea base della contraccezione (è possibile pianificare e decidere sulla propria famiglia) i diversi metodi contraccettivi gioia e piacere nel toccare il proprio corpo (masturbazione/auto-stimolazione), amicizia e amore verso persone dello stesso sesso, le diverse relazioni familiari, matrimonio, divorzio; convivenza, ruoli di genere».

Quarta fascia: 9-12 anni. Gli insegnanti (scuola primaria di secondo grado) devono trasmettere ai minori informazioni aventi ad oggetto «la prima esperienza sessuale, orientamento di genere, comportamenti sessuali dei giovani (variabilità nei comportamenti sessuali), piacere, masturbazione, orgasmo, differenze fra identità di genere e sesso biologico, amicizia e amore verso persone dello stesso sesso, differenze fra amicizia, compagnia e relazioni di coppia, diverse forme di relazione di coppia,  influenza di pressione […] cultura, religione, genere, leggi e condizioni socio-economiche sulle decisioni riguardanti
la sessualità, le relazioni e il comportamento sessuale».

I bambini devono raggiungere la competenza di «capire la relazione tra mestruazioni/eiaculazione e fertilità e utilizzare preservativi e contraccettivi correttamente in futuro».

I bambini devono essere aiutati a «sviluppare consapevolezza e accettazione dei cambiamenti e delle differenze nei corpi (dimensioni e forma del pene, del seno e della vulva possono variare considerevolmente, rispetto per i diversi stili di vita, valori e norme».

Quinta e sesta fascia: 12-15 anni e sopra i 15 anni ulteriori obiettivi ma più coerenti con l’età dei minori, seppure infarciti della solita ideologia gender, e della impostazione sessuocentrica di tutto il programma.

Giovanni Bonini

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’

 

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