18/04/2018

Due vite, un solo amore: i Vescovi Irlandesi sull’aborto

I Vescovi irlandesi hanno parlato forte e chiaro ai cattolici, come i buoni pastori devono fare per guidare il gregge affinché non prenda strade sbagliate e pericolose. Hanno scritto una lettera intitolata “Due vite, un solo amore” per invitare a “salvare l’ottavo emendamento”, cioè a votare il prossimo 25 maggio contro l’abrogazione della norma costituzionale che potrebbe aprire alla legalizzazione dell’aborto in un Paese che ancora si reputa cattolico. 

A scanso di facili polemiche, è chiaro che gli Irlandesi non cattolici, che “non riconoscono la voce dei pastori”, possono ignorare tranquillamente l’invito.

Qui i punti chiave della lettera che è stata consegnata a tutte le parrocchie. Qui il testo integrale in inglese: aggiungeremo a questo articolo una traduzione a cura della Redazione, appena sarà ultimata:Save the 8th_vita_Irlanda_aborto_vescovi

  • La Costituzione celebra l’uguale dignità tra la madre e il nascituro nel suo ottavo emendamento.
  • Abbiamo l’obbligo di porre in essere gli interventi massimamente compassionevoli e  misericordiosi, se e quando la futura madre e il padre e il loro bambino non ancora nato hanno bisogno di sostegno durante una gravidanza critica.
  • Sostenere e promuovere una cultura della vita è nell’interesse di ogni generazione e ci definisce come una società umana.
  • Crediamo che la vita umana sia sacra dal concepimento fino alla morte naturale e che l’Articolo 40.3.3 della Costituzione rifletta un appropriato equilibrio di diritti.
  • Non esiste alcuna vita umana senza valore.
  • La soppressione o la modifica dell’articolo 40.3.3  servirebbe solo a sopprimere il diritto alla vita di alcune categorie di bambini non ancora nati. Fare ciò minerebbe radicalmente il principio a favore di tutti i bambini, e quindi di tutti noi, per cui il diritto alla vita è un diritto umano fondamentale.
  • Per noi, come cristiani, non c’è conflitto tra fede e ragione. Proprio come la ragione ci porta a riconoscere la continuità di ogni vita umana, dalla fecondazione alla morte naturale, così la fede ci permette di vedere ogni persona come avente le sue origini nell’intenzione di Dio e il suo compimento nella vita eterna.
  • Vediamo con preoccupazione che il linguaggio viene  usato con l’intenzione di spersonalizzare alcune categorie di bambini non ancora nati in modo da normalizzare l’aborto.
  • Molte migliaia di irlandesi sono vivi, oggi, grazie all’ottavo emendamento (senza di esso non  sarebbero mai nati).
  • Crediamo che ogni bambino non nato, indipendentemente dalla sua condizione medica o dalle circostanze della sua nascita, abbia gli stessi diritti di fronte alla legge.
  • Quando una donna incinta gravemente malata ha bisogno di cure mediche che possono, come effetto secondario, mettere a rischio la vita del suo bambino, tali trattamenti sono sempre eticamente ammissibili, purché sia ​​stato fatto ogni sforzo per salvare la vita sia della madre che del bambino. L’aborto, al contrario, è la distruzione diretta e intenzionale di un bambino non nato ed è gravemente immorale in tutte le circostanze. Non è un trattamento medico.

Redazione

Fonte: Irish Bishop Catholic Conference

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