20/07/2021 di Fiorella Pecorale

Dopo la prima a Roma, Unplanned arriverà in tutta Italia. Perché conoscere è necessario

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Lo scriveva Primo Levi, chiedendosi dove fosse finita l'umanità in tempi fatti di ferro e ruggini. La storia tuttavia infonde speranza e ci racconta che, anche nelle epoche più buie o nel bel mezzo di atrocità come l’olocausto, la conoscenza trova sempre il modo per farsi strada giungendo alla coscienza degli uomini per risvegliare il bene.

Nel caso di Abby Johnson è andata proprio così, mentre svolgeva l’incarico di coordinatrice della Planned Parenthood, l’organizzazione di cliniche abortive più potenti del mondo. Per lei, quella conoscenza è arrivata come una rivelazione, all'improvviso, nel bel mezzo di un ordinario giorno di lavoro e, quando una verità sbuca fuori in quel modo urlando giustizia grondante di sangue innocente, non le si può rimanere indifferenti.

Dopo aver venduto una serie di sedute abortive, per la prima volta Abbie si ritrova ad assistere ad una di esse che, per la precisione, avviene durante la tredicesima settimana di gravidanza (di una mamma in lacrime). Con orrore, vede inaspettatamente il feto ritrarsi con tutte le sue forze dalla morte fino a lasciarsi inevitabilmente afferrare dalle sue mani gelide, per poi essere risucchiato come polvere dal macchinario chirurgico che lascia l'utero della donna vuoto, nero, profondamente ostile come una lapide che non restituirà mai più indietro il corpo deceduto.

Abbie inizia a comprendere di trovarsi in un terreno pericoloso, solcato per lo più da una profonda adulterazione che le chiede di "chiudere in parità", producendo un cospicuo numero di aborti per garantire un adeguato guadagno alla struttura.  Ed è proprio lì, fra le mura sterili ed asettiche di quel luogo così ostile, che si rivela la vera protagonista della pellicola: non è Abbie Johnson, né la sua superiore tanto assetata di denaro, né tantomeno l'attivista pro Life che le tende una mano. No. La morte è il vero personaggio principale del film: essa torreggia, crolla, si spande, avvelena, umilia, tortura, racconta menzogne, riempie interi contenitori di feti da buttare come se fossero gli scarti alimentari di una raccolta differenziata.

Unplanned è un film che, mostrandosi attraverso la lente d'ingrandimento dell'egoismo, denuncia realtà occulte ed evidenze fin troppo prigioniere dell'omertà. Una trama tanto reale quanto raccapricciante, una storia che va raccontata. Ad ogni costo.

L'anteprima dell'8 luglio a Roma ha fatto già tremare le sedie. L'uscita ufficiale, a settembre, oltre a suscitare il polverone di polemiche mediatiche e le solite accuse roventi, sicuramente lancerà anche un appello agli spettatori: riflettere, conoscere, comprendere.

La Dominus Prodution offre anche la possibilità di avere un’anteprima nella propria città perché nessuno resti ignaro. Dovremmo riempire allora le sale italiane e lasciare che verità come queste possano uscire dalla prigione dell’ostracismo nazionale per farsi strada nella coscienza collettiva.

Il titolo in sé, ha già il suo monito: Unplanned, perché né la vita, né la morte, si possono pianificare. 

 

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