11/01/2022 di Manuela Antonacci

Donna battuta due volte da un atleta trans. Ecco come il gender massacra lo sport

Si moltiplicano, ormai, i casi in cui atleti transgender - gareggiando nelle categorie del sesso opposto, in cui dicono di identificarsi - battono velocemente e facilmente le avversarie, ma non solo.

Si sta verificando, infatti, anche che i percorsi di transizione accompagnati da bombardamenti ormonali importanti stiano incidendo decisamente sulle performance sportive. Uno dei casi più recenti è quello della nuotatrice della Transgender University of Pennsylvania, Lia Thomas, battuta due volte, durante una gara di nuoto femminile, da un'altra concorrente transgender che starebbe operando una transizione da donna a uomo.

Lia Thomas ha nel recente passato battuto le rivali della Ivy League Dartmouth e Yale, appena un mese dopo aver battuto due record femminili, con un margine di 38 secondi. Ha anche vinto, con grandissima facilità, i 500 stile libero sotto gli occhi degli spettatori estasiati dalla performance sportiva che, al DailyMail, hanno dichiarato che sembrava che questa atleta nuotasse addirittura “per inerzia”. Eppure, la stessa Lia Thomas, si è vista battere dal nuotatore di Yale, Iszac Henig, nei 100 stile libero femminili e parliamo di un ventenne in fase di transizione, sottoposto ad un trattamento ormonale al fine di passare dal genere femminile a quello maschile. Una vittoria schiacciante che si è ripetuta in una seconda gara: nella staffetta femminile di 400 stile libero, Henig ha nuovamente schiacciato Thomas e le altre concorrenti.

Ma la cosa più incredibile è che questi confronti “impari” avvengono proprio in nome della “parità di genere”. Una parità che evidentemente va tutta in una sola direzione e non certo a vantaggio delle donne. Lo hanno capito bene anche le femministe che, ultimamente, hanno tuonato più volte contro la “fregatura” del gender e delle sue conseguenze nefaste soprattutto sulle donne che sono deprivate, in nome dell’ideologia (un’ideologia che, evidentemente, in molti casi fa comodo), proprio dei loro diritti biologici.

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