“Love, Victor” è una serie televisiva statunitense resa disponibile in Italia dal 23 febbraio 2021 su Disney+ come Star Original, ideata da Isaac Aptaker e Elizabeth Berger, spin-off del film “Tuo, Simon”.
Come il film del 2018, la nuova serie, affronta i problemi legati all’adolescenza e, in particolare, la scoperta della propria identità. La storia ruota intorno al liceale Victor Salazar (Michael Cimino) che, come il Simon della serie precedente, inizierà una corrispondenza via Instagram con un coetaneo. Il motivo è presto detto: Victor, in cuor suo, sa di essere omosessuale, ma ne acquisterebbe ulteriore consapevolezza, grazie al compagno di scuola Benji (George Sear), verso il quale comincerebbe a provare un’attrazione.
Quale sarebbe l’ostacolo ad un suo eventuale coming out? Manco a dirlo la famiglia, presentata come “tradizionalista”, “a causa” della quale il ragazzo negherebbe quella che è presentata, senza se e senza ma, come la sua vera natura. Eppure, “Love Victor” non si limita a rappresentare la questione della scoperta dell’omosessualità in età adolescenziale, ma si presenta come una sorta di percorso di formazione, di graduale scoperta del sé, del giovane protagonista. Ed è forse proprio questo a renderlo più pericoloso, perché conduce i giovanissimi spettatori, gradualmente, puntata dopo puntata, verso un viaggio che non è affatto detto che venga compiuto seguendo le coordinate giuste, ma solo ed unicamente secondo il proprio “sentire”, che può essere anche illusorio e ingannevole.
Di fronte a questo, ci si chiede che strumenti critici davvero validi e sviluppati possa avere il pubblico di giovanissimi che si interfaccia con questa serie televisiva. E quanto, insieme agli slogan che inneggiano all’inclusività, in ogni luogo e in ogni occasione, alla settimana dei vari Pride, all’invasione di corsi sull’indifferentismo sessuale nelle scuole, anche questo, non si collochi nel solco dell’indottrinamento neanche tanto più strisciante al quale i più giovani sono ormai quotidianamente sottoposti.