27/10/2020

Disabile contro il ddl Zan: "Non in mio nome"

Abbiamo appena saputo che il ddl omofobia avrebbe esteso la sua "tutela" anche ai disabili. Così, «Zan & Co strumentalizzano i disabili per accelerare una proposta [...] pericolosa», afferma il nostro presidente Toni Brandi. Vincenzo De Lorenzo, in quanto disabile, ha voluto dire la sua a riguardo in un post su Facebook, dissociandosi totalmente dal ddl e chiedendo di non essere coinvolto nel tentativo di approvare una simile legge, lanciando l'hashtag #NonInMioNome. Di seguito, riportiamo le sue parole:


#NONINMIONOME onorevole Zan,
ho letto le sue dichiarazioni sulla ripresa dei lavori parlamentari riguardo al disegno di legge che porta il suo nome, e sul fatto che lei citi genericamente “molte associazioni di persone con disabilità”, che le avrebbero chiesto di prevedere uno specifico riferimento alle discriminazioni subite dai loro associati.
Ecco, oltre ad avere la curiosità di conoscere quali siano le “molte associazioni”, le ribadisco che quella sua proposta normativa sarà #NONINMIONOME.
Sa perché?
Perché la distonia della quale soffro da 54 anni, per una carenza di ossigeno durante la nascita, mi inchioda a una sedia da qualche anno.
Perché più persone mi seguono 24 ore al giorno, mi lavano, mi puliscono, mi fanno mangiare e addirittura mi girano nel letto durante la notte, per aiutarmi a cambiare posizione, a respirare meglio, a continuare a vivere.
Perché ogni mese, ogni giorno, ogni ora, mi assilla il problema di come pagare le tante spese che mi sono necessarie, nonostante la signora rumena che mi accudisce da sempre, il ragazzo togolese che è un po' le mia braccia e le mie gambe, le tante persone che mi portano in giro, accettino compensi davvero irrisori rispetto alla mole di lavoro che svolgono, all'impegno che è loro richiesto, alla dedizione con la quale si prendono cura di me.
Ora al netto della battaglia ideologica che lei e quanti con lei la condividono ritiene di fare, la faccia #NONINMIONOME, perché io sono convinto che la migliore Costituzione del mondo mi tuteli, che le norme ci siano, anche in abbondanza, che il problema sia farle rispettare, che le passerelle mediatiche non mi riguardano.
Soprattutto #NONINMIONOME inserisca la postilla sulle persone con disabilità perchè io sono nato uomo, maschio, sono convinto che la donna che ho sposato sia stata la grazia più grande che ho ricevuto, che i miei genitori siano stati fondamentali perché arrivassi a laurearmi a inserirmi lavorativamente, a realizzarmi come scrittore, poeta, anche aspirante politico nel Popolo della Famiglia. Sono convinto sopratto che mia madre, la donna che mi ha generato, continui a vivere in me così come io in lei, malgrado non sia più tra noi da 15 anni.
Dunque
#NONINMIONOME mi accomuni a persone che ritengono giusto, doveroso, irrinunciabile scegliere il proprio genere indipendentemente dal sesso,
#NONINMIONOME mi accomuni a persone che ritengono corretto, auspicabile, anche solo possibile ordinare, comprare e strappare i figli dal seno materno, per soddisfare i propri desideri,
#NONINMIONOME mi accomuni a un circo mediatico che è quanto più lontano da me possa esistere.
Io, la mia disabilità non la espongo come un trofeo, non la impongo agli altri come un dogma, non la propongo come un argomento salottiero. Se domani dovessi decidere di essere altro rispetto a quello che sono, il mio corpo, che è parte essenziale di me, me lo ricorderebbe e non sarebbe certo la legge Zan a cambiare le cose.
Per concludere onorevole Zan,
#NONINMIONOME discuta la sua legge in Parlamento,
#NONINMIONOME cerchi alibi per imporre il silenzio a chi è contro l'ideologia omosessualista,
#NONINMIONOME speculi sul mio dolore, sulla mia sofferenza, sulla mia vita.
Un'ultimissima riflessione: è sicuro che le persone con tendenza omosessuali vogliano essere accomunate alle persone con disabilità?
VINCENZO DE LORENZO

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