20/08/2017

Diritto alla vita, sì, ma solo per alberi e piante (e animali)

Un gruppo di ambientalisti in California sta raccogliendo firme per una modifica alla Costituzione statunitense e l’introduzione del diritto alla vita di alberi e piante: “i diritti della natura”. 

La Costituzione americana, secondo loro, dovrebbe dichiarare che la Natura è un essere vivente libero e con diritti inalienabili, come il diritto alla vita, e che nessuna persona, entità commerciale, governo, o “proprietario” (le virgolette le mettono loro perché i proprietari in questo caso sono proprietari per modo di dire) può farle violenza o asservirla.

Quindi, da un lato gli esseri umani allo stato embrionale non hanno diritto di vivere, sono cose di proprietà di chi li monta smonta e surgela a piacimento, i bambini si comprano e vendono al mercato dell’utero in affitto, le donne “se vogliono” si schiavizzano allo scopo suddetto, dall’altro le piante e gli animali, guai a chi li tocca. La loro vita e la loro libertà sono sacre.

Due fiumi , due ghiacciai e un orangotango sono stati dichiarati “persone”, ma le persone nel ventre materno, no sono “pre-persone“.

In Italia è stato recentemente stilato un “codice del diritto animale” che raccoglie tutte le norme a tutela delle bestiole. Si badi bene, che i giuristi  ancora non hanno il coraggio di parlare dei “diritti degli animali”: per il nostro ordinamento giuridico essi sono oggetti, non soggetti di diritto (si comprano, si vendono si possiedono). Abbiamo tutti il dovere giuridico di rispettarli (ed è sacrosanto il rispetto per il creato, in tutte le sue forme),  ma a questo dovere non corrisponde il diritto degli animali ad essere rispettati: essi non hanno diritti. Piuttosto c’è il diritto della collettività a che la natura sia salvaguardata. Quindi per lo stesso principio per cui possiamo pretendere (abbiamo diritto) che una fabbrica metta i depuratori per non inquinare, possiamo pretendere che un cane non venga maltrattato o abbandonato.

Però, la stesura del suddetto codice la dice lunga sulla tendenza che anche da noi gli ambientalisti vorrebbero promuovere: diritto alla vita per tutti gli animali (tranne l’uomo) e ora anche per alberi, piante, fiumi (e... sassi?).

Wesley Smith, un noto bioeticista canadese, parla di «una guerra contro gli esseri umani. Ignorare la pericolosità del movimento per i diritti della natura è davvero pericoloso, per noi umani».

Redazione


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