16/10/2019

Derive e nefandezze di "extreme love"

C’è la donna innamorata di un aereo che frequenta recandosi, tutte le volte che atterra, in aeroporto e che sbaciucchia, ogni sera, stringendo la sua miniatura, in plastica, tra le braccia, prima di mettersi a dormire.

Ma c’è anche la coppia lesbo formata da una ragazzina di poco più di vent’anni e una donna “matura” di ben 61 anni che si mostrano mentre si scambiano effusioni il giorno del loro “matrimonio”. E ancora le varie coppie “poliamorose”: due uomini con una donna, una donna con due uomini, una donna sposata che tiene in piedi più relazioni e che convince il proprio marito a sposare un’altra donna con cui condividerlo e chi più ne ha più ne metta.

Insomma un elenco di comportamenti immorali ma anche vere e proprie patologie che, per questioni di decenza non elenchiamo tutte, ma comunque inserite ad arte nel grande calderone del “love is love”. E proprio in nome di un concetto dell’amore che ha sempre più a che fare col patologico e il libertinismo più sfrenato, viene giustificata ogni genere di nefandezza e pubblicizzata in tv come se niente fosse.

Stiamo parlando di “Extreme love” un programma televisivo che vanta persino una pagina facebook, in cui la parola d’ordine è “non giudicare”: «Pensi davvero di sapere cosa sono le relazioni? Ripensaci, lascia che Extreme Love ti apra gli occhi», è il motto della pagina facebook del programma. E sì perché, la parola d’ordine, quando si tratta di chiudere gli occhi di fronte a certe inaccettabili follie, è mettere da parte la ragione, il buonsenso e ogni codice etico, per andare incontro alla trasgressione a braccia aperte, senza interrogarsi se è giusto o se non si sta addirittura sconfinando nella malattia vera e propria, come nel caso di chi arriva ad avere relazioni con degli oggetti.

Perché nell’epoca del “love is love” tutto è concesso e non c’è da meravigliarsi perché, una volta che si cominciano a levare determinati paletti morali, gli argini si rompono e ciò che fino a pochi decenni fa era considerato perversione, oggi è addirittura “cool”, alla moda e rivendica il suo pseudo diritto di uscire allo scoperto, senza più nemmeno un minimo di vergogna.

E in più, ci si guarda bene dal censurare certe trasmissioni che pubblicizzano e che diffondono di fatto l’immoralità nelle nuove generazioni, perché evidentemente giova al mercato creare individui privi di un minimo senso critico e schiavi dell’istinto, manipolabili al punto da spingerli a fare ciò che questa società malata comanda. Ed è così che, a furia di mettere da parte buonsenso e ragione si arriva a propugnare per amore e passione cose che ormai superano persino il senso del patologico e del ridicolo.

 

di Manuela Antonacci

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