26/04/2025 di Giuliano Guzzo

Dall’Unione Europea una montagna di soldi all’Agenda Lgbt

Non è una novità che l’Europa non faccia un uso esattamente oculato dei propri denari, elargendo finanziamenti alquanto opinabili. Tuttavia, ve ne sono alcuni più discutibili di altri, se non perfino dannosi per l’ideologia e la visione antropologica che vanno a veicolare. Tra questi, occupano un posto di primo piano le ingenti risorse finanziarie che l’Unione Europea elargisce alle organizzazioni non governative, risorse stanziate spesso in modo opaco. A metterlo nero su bianco, pochi giorni fa, è stata una relazione della Corte dei Conti europea, con la lituana Laima Andrikienė, membro della Corte responsabile del documento di 50 pagine – intitolato Transparency of Eu funding granted to NGOs -, che ha tuonato: «I finanziamenti dell'Ue alle organizzazioni non governative sono troppo opachi e mancano di trasparenza. Nonostante alcuni miglioramenti, come l'introduzione da parte della Commissione di un sistema di registrazione comune per i richiedenti di sovvenzioni, la trasparenza dei finanziamenti Ue concessi alle Ong è compromessa dalla mancanza di una panoramica affidabile».

Miliardi per ideologie Woke, Lgbt e progressiste

Cotanta, sonora bocciatura ha come riferimento il biennio tra il 2021 e il 2023 e quanto stanziato nell’ambito delle politiche interne dell’Ue - relative, ad esempio, alla coesione, alla ricerca, alla migrazione e all’ambiente -, pari alla bellezza di 7,4 miliardi di euro; di questo ammontare, 4,8 miliardi di euro sono stati concessi dalla Commissione e 2,6 miliardi di euro dagli Stati membri. «Scandaloso! Miliardi di euro dei contribuenti europei spesi dalla Commissione Europea per finanziare lobby “progressiste” di sinistra!» è stato il commento indignato del presidente di Pro Vita & Famiglia, Antonio Brandi, secondo cui «dopo aver trascorso anni a investire miliardi nell'attivismo progressista di sinistra e demonizzare i conservatori per le loro richieste di trasparenza finanziaria, la Commissione europea ha appena ricevuto un duro colpo dall'interno». In effetti, certamente di «duro colpo dall’interno» si è trattato. Dopodiché c’è da dire che, naturalmente, non tutti questi fondi sono stati elargiti ad iniziative arcobaleno o pro Lgbt (ci mancherebbe!), anche se questi ultimi certamente non sono mancati e non mancano. Torna a tal proposito utile quanto certifica una ricerca pubblicata lo scorso 1° aprile dal Mcc - acronimo che sta per Mathias Corvinus Collegium – secondo cui, tenersi forte, oltre 220 milioni di euro di fondi dell’Unione europea sono stati utilizzati per promuovere un'agenda radicale di rivendicazioni Lgbt, soprattutto in tema di “identità di genere”, violando i diritti delle donne, la tutela dei minori e la sovranità nazionale. Questo rapporto – di circa 60 pagine e molto dettagliato nella sua denuncia – non sorprende, dato che è noto come larga parte dei vertici europei siano pro Lgbt; non sorprende ma amareggia, questo sì; anche perché non fa che confermare quanto siano vasti gli stanziamenti pro arcobaleno di cui già si era avuta notizia.

Vigilare e combattere la deriva progressista

Tanto per capirci, sbagliava di grosso chi immaginava che il finanziamento di 1,2 milioni di euro destinati all'Osservatorio europeo per l'odio online - con l'obiettivo di contrastare l'hate speech e il discorso offensivo contro la diversità - o i supporti elargiti ad organizzazioni come ILGA-Europe, che rappresenta oltre 700 Ong arcobaleno in Europa, fossero l’ultima parola, dato che, al contrario, costituiscono solamente la punta dell’iceberg. Da questo punto di vista, appare una volta di più in tutta la sua dimensione non solo di opportunità – se non di urgenza – l’inaugurazione, avvenuta a giugno 2024, dopo cioè le ultime elezioni europee, del Dipartimento "Unione Europea" di Pro Vita & Famiglia onlus, costantemente impegnato nel monitorare e denunciare questi scandali spesso nascosti o poco pubblicizzati dai media. E che invece meriterebbero di essere non solo portati alla luce, ma anche fatti conoscere perché non solo riguardano principi fondamentali – dalla vita, alla famiglia, fino alla libertà educativa -, ma anche perché, spesso e volentieri, vedono forti movimenti di soldi pubblici, cioè di tutti i cittadini. 

 

 

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