11/12/2023 di Alessia Battini

Dalla pillola alla negazione della biologia. I corsi di “educazione” sessuale al Liceo Bottoni di Milano

Già da tempo, soprattutto da sinistra e progressisti, si invoca la necessità di corsi di educazione sessuale e di educazione all’affettività nelle scuole italiane, e di recente questo sembra essere diventato il focus centrale di una vera e propria battaglia politica. Già in alcune scuole vengono proposti corsi di questo tipo, in particolare ha attirato la nostra attenzione un corso svolto a Milano, al Liceo Bottoni, rivolto agli studenti delle classi terze.

Il progetto, che si chiama A Luci Accese, è patrocinato dal Comune (nulla di sorprendente…) e finanziato dalla Durex, la nota marca di profilattici. Il corso è stato reso pubblico e descritto in un post su Facebook da un docente, che è rimasto sconcertato da alcune affermazioni dello psicologo e delle due sessuologhe dell’associazione ALA Milano Onlus che tenevano il corso.

Riportiamo alcune di queste dichiarazioni: «Il sesso biologico è ciò che viene assegnato alla nascita. I maschi hanno il cromosoma xy e le femmine hanno il cromosoma xx. Ma il 2% delle persone non nasce con questa corrispondenza. Biologicamente non esistono solo due generi». È vero che un numero ridottissimo di persone nasce con corrispondenze diverse, come nei casi della sindrome di Turner, conosciuta anche come monosomia X, o delle sindromi di Klinefelter (XXY), della tripla X (XXX) e di Jacobs (XYY), ma queste stesse persone hanno un genere prevalente e di conseguenza sono sempre o uomini o donne, non sicuramente ibridi.

Si dice poi che «l’identità di genere è la sensazione di appartenere a uno o più generi, non è legata al sesso biologico. Non c’è corrispondenza col sesso biologico», e che «l’orientamento sessuale non è uno solo, può essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale, asessuale oppure pansessuale». Come possono non crescere confusi questi ragazzi? Convinti che tutto sia relativo nella loro esistenza, dal loro genere sessuale che può variare a loro piacimento perché completamente slegato dal sesso biologico, ai loro gusti inerenti all’attrazione che possono spaziare su uno spettro che va dal pansessuale all’asessuale… Sono dichiarazioni fuori da ogni logica.

Concludiamo con l’affermazione più sconcertante (sì, c’è ancora di peggio): «La pillola del giorno dopo è un contraccettivo emergenziale. Se il farmacista non ve la dà chiamate la polizia. (…) se esce dello sperma subito la pillola del giorno dopo! (…) La pillola del giorno dopo va presa il prima possibile. Se il farmacista non la vende ai minorenni va denunciato». Partiamo dall’inizio: la pillola del giorno dopo non è un contraccettivo emergenziale ma una pillola abortiva emergenziale: se la fecondazione dell’ovulo è già avvenuta impedisce l’annidamento della blastocisti nell’utero e ne causa l’espulsione. Inoltre, presentarla come panacea di tutti i mali in qualunque caso di rischio non penso sia il metodo migliore di educazione alla sessualità. Se si vogliono educare i ragazzi su questo tema non penso che sia utile insegnarli come infilare e sfilare un preservativo (come è di fatto accaduto in seguito) o invitarli a correre in farmacia al primo accenno di rischio di gravidanza, ma piuttosto sarebbe corretto responsabilizzarli sulla questione. Il sesso, che in questo corso viene presentato come un passatempo per ragazzini, è in realtà un atto volto alla procreazione, e la gravidanza non è un effetto collaterale a cui bisogna rimediare con una pillolina, ma un esito naturale dell’atto stesso. Certo, esistono le precauzioni, la Durex appunto ce lo insegna, ma bisogna spiegare che queste non azzerano i rischi, e che i ragazzi e le ragazze devono assumersi le responsabilità delle loro scelte, anche in ambito sessuale.

Come possiamo aspettarci che questi ragazzi imparino il rispetto, l’importanza del sentimento, la bellezza della sessualità quando è espressa nel contesto migliore, come possiamo pretendere che crescano portando avanti i giusti valori con determinazione, se questo è l’indottrinamento a cui vengono costretti a sottostare ogni giorno? Convinti che esistano generi sessuali infiniti, che il sesso sia un mero utilizzo del proprio corpo e di quello dell’altra persona, che la gravidanza sia un errore e l’amore sia pura e semplice sessualità senza impegno.

Se questa è la soluzione proposta dalla scuola italiana ai problemi dei giovani, la situazione potrà solo andare a peggiorare. Invitiamo per questo i genitori a fare attenzione, a vigilare su quanto viene insegnato ai loro figli, a educarli a quei valori che ormai sembrano essere stati dimenticati, e che forse, se venissero insegnati, potrebbero davvero fare la differenza.

 

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