19/07/2021 di Luca Volontè

DAL MONDO – Scozia, la comunità medica si oppone all’eutanasia per tutti

Una coalizione di oltre 200 professionisti medici in Scozia si rifiuterà di aiutare i pazienti a morire se un nuovo tentativo di legalizzare il suicidio assistito avrà successo su iniziativa del Governo.

Molti professionisti sanitari scozzesi di diverse specialità, infatti, hanno firmato una lettera a Humza Yousaf, il Segretario alla salute, mettendo nero su bianco le loro preoccupazioni sulla legislazione proposta e facendo ben presente che se essa sarà approvata si rifiuteranno di portare alla morte i pazienti che hanno in cura. Medici noti e di alto profilo si sono uniti alla campagna promossa da ‘Our Duty of Care’ dopo che Liam McArthur, un deputato liberaldemocratico, ha presentato, il mese scorso, la nuova proposta di legge che liberalizza l’eutanasia.

I firmatari includono David Galloway, un chirurgo consulente recentemente andato in pensione e già in passato presidente del Royal College of Physicians and Surgeons di Glasgow, e Marie Fallon, un professore di medicina palliativa di Edimburgo. La ‘Our Duty of Care’ è un gruppo di professionisti sanitari nel Regno Unito che si oppongono all'uccisione intenzionale dei pazienti tramite suicidio assistito o eutanasia. Si legge nella lettera aperta al Governo: «Come professionisti della salute, abbiamo il dovere legale di occuparci della sicurezza e del benessere dei nostri pazienti. Il passaggio dal ‘preservare la vita’ al ‘togliere la vita’ è enorme e non dovrebbe essere minimizzato. Il divieto di uccidere è presente in quasi tutte le società civilizzate per il valore incommensurabile di ogni vita umana. Ognuno ha il diritto alla vita ai sensi dell'articolo 1 della legge sui diritti umani del 1998, per cui nessuno dovrebbe essere privato di quella vita intenzionalmente. È impossibile per qualsiasi governo redigere leggi sul suicidio assistito che includano una protezione legale da future estensioni ed espansioni di tali leggi. Il Canada ha chiaramente dimostrato che le salvaguardie possono essere erose nel giro di soli cinque anni. Il divieto di uccidere è la salvaguardia. La legge attuale è la protezione per i vulnerabili. Qualsiasi cambiamento minaccerebbe la capacità della società di salvaguardare i pazienti vulnerabili dagli abusi, minerebbe la fiducia che il pubblico ripone nei medici, e manderebbe un chiaro messaggio ai nostri pazienti fragili, anziani e disabili sul valore che la società attribuisce loro come persone. Non toglieremo la vita ai pazienti - anche se ce lo chiedessero - ma per il bene di tutti noi, e delle generazioni future, chiediamo che la legge rimanga invariata».

Due disegni di legge sul suicidio assistito sono stati già bocciati nel Parlamento scozzese dal 2010 ad oggi. Più recentemente, nel 2015, i deputati hanno respinto il progetto di legge sul suicidio assistito (sempre in Scozia) di Patrick Harvie con 82 voti contro 36 favorevoli. La maggioranza di entrambi i partiti conservatori e laburisti scozzesi ha votato contro il progetto di legge.

Una consultazione sul disegno di legge di Liam McArthur avrà luogo in autunno, con un voto previsto al Parlamento scozzese il prossimo anno. A meno che il Governo non scenda in campo e, vista l’ampia maggioranza contro l’eutanasia in Parlamento, forzi un voto di rigetto immediato del testo.

In ogni caso, i precedenti delle votazioni, l’enorme consenso per le cure palliative e l’impegno dei medici fanno ben sperare che anche stavolta l’ennesimo tentativo di liberalizzare l’eutanasia in Scozia venga respinto.

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