02/11/2020 di Giuliano Guzzo

Cristianofobia: finalmente una proposta di legge per chi è discriminato e in pericolo

Una legge contro la cristianofobia. Ad avanzare la proposta in modo chiaro, a seguito del tragico attentato di Nizza dei giorni scorsi, è stato il vicesegretario federale della Lega, l’onorevole Lorenzo Fontana, il quale ha ricordato come una delle vittime di Brahim Aoussaoui – il ventunenne tunisino autore della strage – sia stata «una signora di 70 anni che assisteva alla messa e che è stata decapitata». «I drammatici dati  diffusi in questi anni e l’allarme delle organizzazioni», ha aggiunto il politico leghista, «manifestano con evidenza che i cristiani sono una minoranza perseguitata in Europa e in tutto il mondo. Ma anche in Italia: è della scorsa settimana il tentativo di distruggere una croce in una parrocchia romana, ma casi sempre più violenti e sinistri si ripetono con frequenza ormai regolare».

Ora, Fontana ha ragione oppure esagera? C’è un solo modo per andarlo a verificare: controllare i dati. Che, in effetti, per la Francia tracciano un quadro inquietante. Numeri diffusi dal Ministère de l’Intérieur, infatti, dicono che lo scorso anno, Oltralpe, gli atti anticristiani sono stati 1.052, parecchi di più di quelli antisemiti (657) e «islamofobi» (154) messi insieme. Attenzione, però, a non considerare la cristianofobia un problema solamente francese.

Nel Regno Unito, secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal giornalista James Heale sul laico e popolare Daily Mail, tra luglio 2019 e luglio 2020 - nonostante la pandemia e il lockdown di quest’anno - ci sono stati ben 1.106 atti anticristiani e verificatisi in luoghi religiosi, inclusi 250 casi di violenza contro persone, 273 furti con scasso, 188 incendi e danni criminali e 371 furti. Se invece si estende lo sguardo a livello globale, il fenomeno della cristianofobia diventa ancora più spaventoso, con almeno 260 milioni cristiani perseguitati.

Ogni giorno, poi, oltre 8 cristiani vengono uccisi per la loro fede. Solo nel 2019, sono stati 9.400 gli edifici religiosi e le chiese  attaccati, demoliti o chiusi. Problemi lontani? Non esattamente, come provano sia i casi della Francia e dell’Inghilterra, sia quelli dell’Europa in senso lato. Basti pensare che nel Vecchio Continente, lo scorso anno, sono stati almeno 3.000 gli edifici cristiani vandalizzati. Una quantità impressionante e che, come giustamente messo in luce da Lorenzo Fontana, non risparmia certo anche l’Italia.

A tale proposito, le statistiche nazionali scarseggiano anche se qualche dato comunque c’è.  Per esempio, quello emergente dal dossier Osce-Odhir che, con riferimento all’anno 2016, aveva conteggiato 32 atti anticristiani in Italia: più di due al mese. Ma ci sono tutte le ragioni per immaginare che si tratti di una sottostima. E, soprattutto, vedendo quel che accade nel resto d’Europa, ci sono tutti i timori per immaginare che la situazione, già preoccupante, possa aggravarsi. Questo significa che Lorenzo Fontana, nell’annunciare una proposta di legge contro la cristianofobia, non ha in alcun modo fatto una mossa provocatoria.

Al contrario, il politico leghista ha toccato un tema estremamente attuale anche se spesso minimizzato dai media. E pensare che persino l’insospettabile mondo accademico, da anni, ha preso ad occuparsi del tema. Per esempio, il professor Philip Jenkins, docente alla Baylor University, ha parlato dell’anticattolicesimo definendolo The Last Acceptable Prejudice, mentre i sociologi della North Texas University George Yancey and David Williamson, nel loro libro – So Many Christians, So Few Lions: Is There Christianophobia in the United States? -, hanno evidenziato nella società americana (ma il fatto riguarda probabilmente anche quella europea) la presenza di un gruppo di persone numericamente minoritario, ma con un potere sociale superiore alla media caratterizzato da «un odio irragionevole o paura dei cristiani».

Dunque Lorenzo Fontana, nel proporre una legge contro la cristianofobia, ha colto nel segno. Staremo però a vedere se le altre forze politiche sapranno assecondare o meno questa proposta, che pare oggettivamente sensata e suffragata da numerosissimi riscontri che ne confermano la necessità.

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