17/06/2022 di Luca Marcolivio

Comune di Roma. Marea di soldi a Lgbt. Santori: (Lega): «Farò esposto all’Anac»

A soli quattro giorni di distanza dal Gay Pride, il Comune di Roma raddoppia la posta. Il Campidoglio ha indetto infatti un bando «per la selezione ed il finanziamento di progetti finalizzati alla realizzazione di campagne di comunicazione volte a sensibilizzare e informare la cittadinanza sui diritti delle persone LGBTIQ».

Il tempo per la presentazione delle domande scade lunedì 20 giugno, alle 12. Una tempistica straordinariamente breve, di fatto una lotteria di fondi, che, in realtà, non provengono dal Comune ma da un bando nazionale dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali (Unar) gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il cui raggio d’azione va dai Rom e Sinti, fino alla giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

Essendo il tetto massimo complessivo dei fondi stabilito in 900mila euro, ed essendo ogni associazione beneficiaria di una somma non superiore a 30mila euro ciascuna, il numero delle associazioni che potranno ricevere i fondi non supererà il numero di trenta. Inevitabile, dunque, che riusciranno a fare domanda soltanto i soggetti più strutturati, in grado di presentare un progetto in soli cinque giorni. Le associazioni di minori dimensioni e con minori risorse rimarranno prevedibilmente fuori.

Le modalità irrituali con cui è stato presentato il bando hanno suscitato l’ostilità dell’opposizione in Campidoglio. In particolare, Fabrizio Santori, consigliere comunale della Lega, a riguardo, ha annunciato un esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Pro Vita & Famiglia lo ha intervistato.

Fabrizio Santori, il bando del Comune ha suscitato forti perplessità per le sue procedure. L’opposizione in Campidoglio come ha pensato di rispondere?

«Sto per presentare all’ANAC un esposto riguardante il profilo tecnico di questo bando che dura solo cinque giorni, con un fondo totale da 900mila euro, per progetti da 30mila euro ciascuno. Tempi ridottissimi, non previsti per legge, che sostanzialmente rendono il bando una lotteria: saranno quindi sempre gli stessi a vincere e, soprattutto a presentare la domanda. Invochiamo trasparenza, l’ANAC dovrà verificare che tutto sia stato realmente compiuto in maniera lineare e nel perimetro della legalità».

La contestazione che lei manifesta è soltanto sul piano tecnico?

«Assolutamente no, sul piano politico contestiamo il fatto che quei soldi dovrebbero andare alle famiglie naturali, che in questo momento hanno difficoltà a pagare un mutuo, perché uno dei due genitori ha perso il lavoro o per altre difficoltà economiche attuali, legate ad esempio alle bollette che sono raddoppiate nel giro di pochi mesi. Difficoltà che avrebbero dovuto stimolare misure per queste famiglie, cosa che non è avvenuta».

La cifra stanziata per questi progetti è davvero enorme: in che direzione si sarebbe potuta distribuire?

«Si tratta effettivamente di una somma ingente, che viene distratta in un momento particolare. Quei soldi sarebbero potuti andare a soggetti territoriali di vario tipo, ad esempio, alle associazioni che organizzano sagre. Nonostante nel Paese ci siano attualmente altre priorità, la sinistra continua a condurre battaglie ideologiche. Ora, dopo la sconfitta che hanno ricevuto con il ddl Zan, per recuperare terreno, sperperano denaro con queste procedure assolutamente vergognose, indicendo un bando che scade dopo appena cinque giorni, favorendo così i soliti noti. È probabile, allora, che qualche informazione sia stata diffusa già in precedenza: mi chiedo se effettivamente sia così; in ogni caso, la situazione di anomalia è palese e sotto gli occhi di tutti».

Non si tratta affatto della prima mossa della Giunta Gualtieri a favore delle comunità LGBT+. Dove vuole arrivare, secondo lei, l’amministrazione comunale?

«È stato infatti inaugurato un ufficio anti-violenza di genere, con relativo dirigente e fondi stanziati in bilancio per questo scopo. Gli argomenti LGBT+ sono continuamente ripresi in aula dai consiglieri di maggioranza, che spingono per proposte e progetti che provengono da quel mondo. L’associazionismo LGBT+, però, rappresenta a mio avviso soltanto una minima parte delle varie richieste che arrivano dal territorio romano. Le famiglie, ad esempio, non sono mai aiutate e, quando chiedono aiuto ai servizi sociali, vengono messe in lista d’attesa, né ci sono fondi pubblici per le associazioni che le aiutano. Tutto questo perché i servizi sociali orientano i fondi in base agli orientamenti politici e alle indicazioni di Gualtieri e della sua maggioranza».

L’impegno del Comune a favore dell’associazionismo LGBT+, oltretutto, è parecchio cresciuto nelle ultime tre consiliature…

«È cresciuto esponenzialmente non solo al Comune ma anche alla Regione, dove Zingaretti e la sinistra governano da nove anni. La giunta regionale ha finanziato progetti LGBT+ per decine di milioni di euro, sperperando inutilmente soldi anche per le comunità rom e sinti, visto che queste comunità non si sono mai integrate. Ovviamente, senza nessuna attenzione per le famiglie disagiate, per i disabili, per le problematiche minorili e per le scuole. Dall’opposizione, ci impegneremo a cambiare le cose e a trasmettere la nostra diversa visione».

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