18/02/2022 di Manuela Antonacci

Come parlare di affettività per tutelare l’educazione dei minori, sempre più in pericolo. Ecco l’esempio del progetto Pioneer

Si può, nell’epoca dell’ipersessualizzazione imperante, soprattutto – purtroppo – tra i minori, trattare l’educazione affettiva in modo che sia davvero “educazione” e toccando le giuste corde etiche e morali? Sì, è possibile, e ne è testimone l’evento – su più week-end, dallo scorso 12 febbraio al prossimo 12 marzo – a cura del progetto Pioneer. Per scoprire di cosa si tratta ne abbiamo parlato con Giovanni Petrichella, che dal 2015 collabora proprio con il gruppo di lavoro del Progetto Pioneer

Come mai si è sentita la necessità di organizzare un corso di aggiornamento affettivo- sessuale?

«Il nostro corso “Pionieri per fare la differenza” è già giunto alla sua quinta edizione. Riteniamo, come associazione, che il ruolo educativo necessiti sempre di una continua formazione. Il nostro ambito specifico è proprio quello dell'educazione affettivo-sessuale, proponiamo diversi spunti teorico-pratici, partendo da solide basi scientifiche e da quelli che in letteratura vengono indicati come i fattori protettivi di uno sviluppo affettivo-sessuale il più possibile sano e integrato con tutti gli aspetti della persona».

C’è un modo di vivere la sessualità oggi, che ha bisogno di essere “educata”?

«La sessualità è una sfera molto importante della nostra vita, il cui sviluppo non dovrebbe essere lasciato al “caso". Mi spiego meglio: ci impegniamo per migliorare diversi aspetti dalla nostra persona, ad esempio, ci impegniamo in una dieta o nell'esercizio per migliorare il nostro aspetto fisico. Perché non dovremmo farlo con la sessualità? Perché non dovremmo ritagliarci uno spazio per accrescere la nostra consapevolezza sui meccanismi che la riguardano, aumentando la nostra libertà di scelta ? Perché non dovremmo, in qualche modo, conoscerla ed educarla? Non si può tralasciare, tra l’altro, che dal nostro punto di vista la sessualità non può essere considerato come un aspetto isolato della persona, ma va integrato con tutti gli aspetti, in una visione olistica»

I bambini, in quest’epoca sono bombardati da contenuti porno divenuti ormai molto accessibili. Si può parlare, anche in questo campo di un’“emergenza educativa” che li riguarda?

«Per quello che ci riguarda c'è sempre un’emergenza educativa, detta in altre parole è sempre urgente occuparsi dell'educazione. È un tema che riteniamo non sia possibile tralasciare. Dovremmo, infatti, sempre interrogarci se stiamo facendo tutto quello che è in nostro potere per supportare al meglio le nuove generazioni nel loro sviluppo. Indubbiamente, comunque le nuove tecnologie pongono diverse questioni tra cui rientra l'esposizione precoce a contenuti pornografici. Questioni su cui come associazione ci interroghiamo, fornendo, poi la nostra prospettiva sulla base dei nostri studi e della nostra attività clinica. Una parte del corso, ad esempio, riguarderà la presentazione di un nuovo sussidio “Filtriamo" che si occupa proprio di queste tematiche».

C’è una visione distorta del sesso che può causare danni negli adulti e nei bambini?

«La sessualità è qualcosa che si apprende all'interno delle relazioni familiari e comincia dalla primissima infanzia. Riguarda il modo in cui siamo guardati, toccati, amati. Non riguarda solo una trasmissione di valori o regole. Se entriamo in quest’ottica crediamo che la sfida più grande sia accrescere la nostra consapevolezza rispetto alle nostre relazioni familiari, quelle che ci riguardano come figli o che riguardano i nostri figli. Se lavoriamo su questo sarà possibile, probabilmente, favorire lo sviluppo di una sessualità il più possibile sano, soddisfacente ed integrato.  In qualche modo, a livello mediatico e sociale vengono passati alcuni messaggi che non facilitano una visione olistica della persona in cui inserire tra i vari aspetti anche la sessualità. E’ per questo che abbiamo pensato questo corso a cui sono invitati a partecipare insegnanti, genitori, educatori, psicologi, persone che lavorano all’interno di parrocchie, consultori. Chiunque senta la necessità all’interno del contesto educativo di accrescere le proprie conoscenze e capacità su un ambito che, in questo momento, richiede a ognuno di fare la propria parte.  E’ un occasione per fare rete e cominciare a conoscere ed approfondire queste tematiche. Per cominciare a fare la differenza, insieme».

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