29/05/2025 di Luca Marcolivio

Smartphone. Anche quando a usarlo troppo sono i genitori i danni ricadono sui figli

Si fa un gran parlare, ormai da anni, sull’uso di cellulari e smartphone da parte dei minori. A riguardo, rimane auspicabile che l’accesso ai device venga ritardato il più possibile e accompagnato dalla massima cautela e da tutte le raccomandazioni del caso. Una preoccupazione giusta, a margine della quale, tuttavia, viene trascurata una problematica contigua: l’eccesso ricorso agli stessi strumenti da parte dei genitori. Se già in età preadolescenziale iniziano a insorgere dipendenze da telefonino, è facile pensare che una buona dose di responsabilità l’abbiano gli adulti incapaci di dare il buon esempio.

Lo studio sui genitori

Il tema è emerso da una recente ricerca delle Università di Pavia e Bicocca di Milano insieme all’Irccs Mondino, menzionato anche dall'Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Marina Terragni. Lo studio conferma che, già nei primi mesi di vita, «un uso eccessivo dello smartphone da parte dei genitori può disturbare notevolmente le primissime relazioni tra loro e il neonato, producendo in lui una risposta fisiologica assimilabile allo stress fisico o mentale», spiega proprio Terragni. Di conseguenza, ammonisce il Garante, «la dipendenza dal digitale, dunque, può danneggiare i bambini anche quando a esserne colpiti sono i loro genitori». L’indagine, inoltre, rileva che 9 italiani su 10 non resistono più di un'ora senza controllare lo smartphone, con un tempo trascorso online che, mediamente, va oltre le cinque ore e mezza al giorno.

«Questi risultati suggeriscono che anche brevi interruzioni dell’interazione, come quelle causate dall’uso dello smartphone, possono influenzare la qualità degli scambi affettivi tra genitore e bambino», spiega invece Sarah Nazzari, ricercatrice dell’Irccs Mondino e prima autrice dello studio. «Lo studio contribuisce al dibattito scientifico su un fenomeno emergente noto come Technoference – l’interferenza della tecnologia nelle relazioni umane – e invita a riflettere sull’importanza di un uso consapevole dei dispositivi digitali, soprattutto nelle fasi più precoci dello sviluppo infantile», si legge in una nota dell’Irccs Mondino.

Le ricadute sui bambini

Il campione ha ad oggetto 38 interazioni di altrettante mamme con i loro bambini, entro i 3-4 mesi dalla nascita. Lo studio conclude che «l’uso parentale dello smartphone, portando a frequenti interruzioni, può disturbare le prime relazioni genitore-neonato». C'è di più: il neonato soffre ogni forma di distrazione da parte del genitore, tanto quelle “digitali” quanto quelle generiche, fino a generare forme di «disagio comportamentale». Tuttavia, il senso di abbandono sofferto dal bambino si manifesterebbe in maniera più forte nel momento in cui l’adulto lo trascura per controllare il proprio smartphone. In quei primi mesi di vita, infatti, i bambini sono particolarmente sensibili al contatto visivo, che veicola la comunicazione pre-verbale. Risultati che, secondo il Garante Terragni, manifestano «l’urgenza di una presa di coscienza da parte delle famiglie».

Anche la scuola è chiamata in causa

Un esito del genere non può non chiamare in causa anche la scuola, la quale, secondo Terragni dovrebbe imporre «un tempo “sconnesso” in orario di lezione», in quanto «limitazioni per l’età del primo accesso ai social network possono ridurre notevolmente i danni prodotti da un contatto precoce». Fermo restando che, conclude Terragni, «la famiglia non può deresponsabilizzarsi di fronte a una sfida decisiva per la salute fisica e mentale delle generazioni future delegando importanti compiti educativi al tempo-schermo».

 

 

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