12/02/2021 di Luca Marcolivio

Circolare Ru486 in Abruzzo. In esclusiva le parole di chi ha ideato il provvedimento

Il provvedimento sulla Ru486 in Abruzzo è il risultato di un lavoro di squadra. L’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ha diffuso nei giorni scorsi una circolare in cui rivolge una “forte raccomandazione alle ASL” abruzzesi affinché l’aborto chimico sia effettuato “preferibilmente in ambito ospedaliero e non presso i consultori familiari”. La decisione, ha spiegato l’assessore all’ANSA, è stata presa “a favore delle donne”, alla luce delle modifiche dello scorso agosto alla normativa che regolamenta l’accesso al trattamento farmacologico per l’interruzione di gravidanza. Questa iniziativa pro life, a onor del vero, parte a livello extraistituzionale. Lo scorso novembre, Carola Profeta, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità, famiglia e Valori non negoziabili di Fratelli d’Italia, con il sostegno di Pro Vita & Famiglia, aveva personalmente incontrato l’assessore Verì, consegnandole una bozza della possibile circolare, che ricalcava, peraltro, quanto già realizzato in Piemonte. Per l’occasione, Pro Vita & Famiglia ha contattato Carola Profeta, che ha rivelato il “dietro le quinte” di questa importante decisione a favore delle donne e della maternità.

 

Come è nata questa iniziativa e cosa l’ha incoraggiata a parlare con l’assessore?

«Lo scorso autunno, durante un incontro online con Pro Vita & Famiglia, è emersa l’esigenza di stimolare le regioni governate dal centrodestra ad approvare provvedimenti che contrastassero le linee guida del ministro Speranza finalizzate ad allargare le maglie della somministrazione della Ru486. Riuscii ad avere un appuntamento con l’assessore, che ha accolto molto favorevolmente la mia proposta. Ho portato con me l’analogo documento approvato in Piemonte, dove rispondevano al Ministro Speranza, contestando vari punti delle sue linee guida. Quel testo l’avevo sostanzialmente riproposto con alcune modifiche. L’assessorato ha dato l’ok anche se, in piena seconda ondata Covid, hanno dovuto seguire altre priorità, dalla chiusura delle scuole, ai nuovi ricoverati, fino alle vaccinazioni. Mentre trascorrevano le settimane, periodicamente ho sollecitato l’assessore, che, a un certo momento mi ha spiegato che, essendo stata impugnata in altre regioni, forse era meglio che l’iniziativa passasse al vaglio del consiglio regionale».

Quand’è allora che l’iter si è sbloccato?

«Durante la 43° Giornata per la Vita, mentre ero occupata con le vele di Pro Vita & Famiglia, avevo fatto delle dirette Facebook, in cui dicevo di essere in attesa di una risposta da parte dell’assessore. Il mattino seguente l’assessore mi chiama e mi dice che la circolare era già stata approvata e diffusa tra le ASL abruzzesi. Nel comunicato stampa, però, non si è fatto alcun riferimento né a me, né al Dipartimento Pari Opportunità, famiglia e Valori non negoziabili di Fratelli d’Italia, né ad alcuna associazione…».

La vostra iniziativa, assieme a quella piemontese e a quella marchigiana, sta rianimando il dibattito sull’aborto tra le regioni italiane. Come sta rispondendo la “controparte”?

«Il comunicato stampa del M5S mi sembra non contesti il ragionamento della circolare. Non entra nel merito, né dice che siamo antiquati o retrogradi ma ricorda solo che l’assessore ha detto che i consultori, giustamente, dovrebbero essere più attenti alle esigenze delle donne. Quindi, sostanzialmente, hanno detto all’assessore: “I consultori dipendono da te, quindi, se non sono all’altezza, ti devi dimettere”. Mi è sembrata una contestazione puramente strumentale. La dichiarazione delle donne del PD entra un po’ di più nel merito delle cose, però ci accusano di rendere ancor più difficile la scelta delle donne, quando sappiamo bene che non è così. Sta nascendo un dibattito acceso, che però non entra ancora nel merito delle nostre istanze».

Ritiene, comunque, che questa circolare sia anche un po’ il risultato di una sinergia virtuosa tra istituzioni, politica e associazionismo?

«Assolutamente sì, senza il supporto di Pro Vita & Famiglia, mi sarei sentita molto più sola. Specie se arrivano contestazioni, quando si è in un gruppo si hanno le spalle molto più coperte. È chiaro che all’aborto sono contraria ma, quando si tratta di parlare in modo scientifico della questione, se non avessi il background di conoscenze che ho maturato con Pro Vita & Famiglia, sarei molto meno preparata ad affrontare gli argomenti. Quindi Pro Vita & Famiglia ha fatto con me un lavoro egregio, dandomi una strategia per affrontare la battaglia e di ciò sono molto grata».

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.