11/01/2014

Cina, donna costretta ad abortire al settimo mese: “Mi sento un cadavere”

La cinese Gong Qifeng, moglie e già madre di un bambino, è stata legata su di un lettino d’ospedale, accerchiata da diverse persone. La donna implora pietà, ma i suoi carnefici procedono con la macabra quanto crudele esecuzione della legge del figlio unico: è rimasta incinta senza averne il permesso governativo e, benché abbia raggiunto il settimo mese di gravidanza, non può mettere al mondo il secondogenito.

Sono passati due anni da quel momento ma la donna sente ancora il dolore, che è divenuto soprattutto mentale: “Mi sento come un cadavere ambulante”, afferma.

Gong, come sappiamo, non è l’unica ad aver vissuto questo truce destino: migliaia di donne come lei sono state sottoposte all’aborto forzato, anche in fase terminale. Ricordiamo la bruciante testimonianza al Congresso di Wujian, mentre ricorda come le sia stato strappato dal ventre il proprio figlio, smembrato e rimosso pezzo per pezzo, con lei ancora vigile e sveglia. (come riportato in questo articolo in lingua inglese).

Rimanere incinte senza autorizzazione, in Cina, è tutt’ora considerato un crimine ed il Partito comunista cinese vanta di aver impedito la nascita di 400 milioni di vite, grazie alla politica del figlio unico e la tradizionale preferenza per i figli maschi.

Il demografo cinese Liang Zhongtang ha dichiarato, dimostrando enorme coraggio, che “Il sistema non è affatto cambiato. Il Governo proibisce ancora di avere più figli e la strategia dell’aborto forzato risulta essere inevitabile.”

Non solo milioni di vite sono state spezzate: gli esiti di questa politica sono pesantissimi anche per le donne che la subiscono. Enormi problemi mentali, strazianti conseguenze, che spesso possono indurre al suicidio. Secondo il Rapporto 2012 del Dipartimento di Stato per i diritti umani in Cina, il numero di donne che commettono il suicidio è salito da 500 a 590 al giorno nel 2009.

L’attenzione internazionale ha indotto ad un maggior riguardo da parte delle istituzioni cinesi ma, di fatto, la pianificazione familiare procede incessantemente.

Reggie Littlejohn, presidente del movimento “Diritti delle donne senza frontiere”, ha dichiarato: “Una donna che rimane incinta senza permesso, può ancora essere oggetto di aborto forzato. Mi aspetto che continueremo a vedere aborti forzati e sterilizzazioni di massa delle donne anche nel 2014 ed oltre. Questa violenza deve cessare. Continueremo i nostri sforzi fino a quando tutta la pianificazione familiare forzata in Cina sarà finita”.

Per approfondire l’argomento, guarda il video “Ferma l’aborto forzato – La guerra della Cina verso le donne” oppure leggere la storia completa con una relazione relativa agli abusi connessi alla politica del figlio unico.

Redazione

Fonte: Women Rights Without Frontiers

 

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