15/09/2021 di Anna Bonetti

Chi non serve giù da una rupe. San Marino come Sparta?

Venerdì 10 settembre, a borgo Maggiore, nello Stato di San Marino, si è tenuta l’apertura della campagna referendaria sull’aborto, in particolare sul fronte del NO, dunque per contrastare il referendum che intende legalizzare l’aborto fino al nono mese all’interno del micro stato che si trova nel cuore del territorio italiano.

Il referendum avrà luogo il 26 Settembre, giorno in cui si scoprirà se i circa 30mila cittadini sammarinesi vorranno aprirsi al più grande olocausto di tutti i tempi, oppure restare un faro di civiltà nel cuore della nostra nazione già martoriata dai sei milioni di esseri umani innocenti che hanno versato il loro sangue in nome dell’iniqua legge 194.

La serata si è aperta con l’intervento di Marina Corsi, portavoce del Comitato “Uno di Noi”, che sostiene il NO al referendum. Dopo una breve introduzione iniziale, Marina ha dato il benvenuto agli ospiti: Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia, Chiara Benedettini, avvocato e madre adottiva di Lukas e infine la sottoscritta, onorata di essere presente tra gli ospiti dell’evento  in qualità di attivista pro-vita.

La testimonianza centrale è stata quella di Chiara: nella sua esperienza di madre adottiva – ha affermato - sarà sempre profondamente grata alla madre biologica del suo piccolo Lukas che oggi ha quattro anni e ha riempito d’amore la sua vita e quella di suo marito. “Non  so nulla di questa donna – ha spiegato - né che faccia abbia. Non so nemmeno se il mio piccolo Lukas sia stato concepito da uno stupro. Eppure lei ha un ruolo fondamentale nella mia vita perché ha donato la vita a mio figlio. Un gesto d’amore, che non gli ha negato il diritto ad avere una mamma e un papà”.

Dalla sua storia traspare quanto l’adozione sia un gesto amorevole, perché dà la vita e non la toglie, nonostante le grosse difficoltà in  cui si può trovare una donna che decide di dare in adozione il proprio figlio. Ed è proprio grazie alla donna che gli ha donato la vita che oggi Lukas può portare nel mondo un contributo unico ed irripetibile. Inoltre Chiara ha sottolineato l’unicità di ognuno di noi, poiché a partire dal concepimento esiste già un individuo unico e irripetibile.

Dal canto mio, invece, ho sottolineato che il grande inganno che sta dietro al termine “IVG”(interruzione volontaria di gravidanza), che consiste proprio nel fatto che una gravidanza non è qualcosa che  si può interrompere, perché non può essere ripresa in seguito. Un bambino perso nell’aborto è perso per sempre e con lui se ne va un individuo unico ed  irripetibile, che avrebbe potuto fare la differenza in questo mondo. Ho poi proseguito il dibattito denunciando l’aborto eugenetico, di come, di fatto, la legge sammarinese proposta dal comitato favorevole intende estendere fino al nono mese per quanto riguarda la “salute psico-fisica della donna” o “anomalie e malformazioni del feto”.

In questo modo, la legge permetterebbe l’aborto per qualsiasi motivo e in qualsiasi fase della gestazione, aprendosi così all’aborto totale. Maria Rachele Ruiu, invece, ha fatto presente al pubblico che realtà drammatiche dove l’aborto al nono mese è consentito già esistono, come New York.

Ed è proprio questo ciò che vogliamo combattere a San Marino. Non sprofondare nel dramma e nell’inumanità di New York.

In seguito ho sottolineato che nessuno può davvero voler bene alle persone con disabilità se poi ritiene un “diritto umano” sopprimerle prima della nascita. Il che non implica nulla di diverso dall’eugenetica nazista, anche se a volte le persone si scandalizzano di fronte a tale affermazione. Siamo abituati ad accettare la violenza verso il più innocente ed indifeso, eppure si evita ad ogni costo di ammettere la verità.

Cambiano le modalità a seconda delle epoche  in cui avviene un olocausto, ma non di certo la finalità, ossia la soppressione di vite  umane innocenti. Riguardo a ciò, il Comitato “Uno di Noi” ha mostrato una profonda  sensibilità verso l’aborto eugenetico, scegliendo l’immagine di un ragazzo con sindrome di down come soggetto del manifesto sul quale è trascritta la frase “io sono un’anomalia. Per questo ho meno diritti di te?”.

Il manifesto ha immediatamente suscitato l’indignazione degli abortisti sostenitori del referendum, i quali hanno dichiarato alla RTV (rete locale di San Marino) che secondo loro il messaggio del Comitato “Uno di Noi” strumentalizzerebbe i disabili. Ancora una volta traspare da parte degli abortisti la volontà di nascondere la  verità a qualsiasi costo, dando la colpa a chi la pensa diversamente di utilizzare le persone disabili, quando in realtà i pro life ne promuovono proprio il diritto alla vita.

“Voglio restituire ai miei figli – ha dichiarato invece Maria Rachele Ruiu - un mondo dove l’aborto non sia illegale, ma un mondo dove l’aborto sia impensabile. Sogno – ha ribadito un mondo che abbracci la donna, anziché rifiutarla, abbandonarla, silenziarla con “è una scelta tua”. Chi accoglie la vita vince sempre, ci ricorda Maria Rachele. Ed è proprio questo l’invito che il popolo pro-life sta porgendo a tutti i cittadini sammarinesi. Infine, ho sottolineato quanto sia importante per noi, instancabili difensori della vita, recuperare il terreno dell’impero virtuale rappresentato dai Social Network, occupato prevalentemente da ideologie vicine al mondo abortista.

La speranza, dunque, è quella che i cittadini Sammarinesi non si lascino ingannare dalla violenza che questo referendum intende perpetrare alle donne mettendo in pericolo sé stesse e la vita dei loro figli. Un invito, dunque, a schierarsi dalla parte della madre e del figlio, per un sì alla vita e un NO a questa legge assurda e anti-umana.


 

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