27/10/2023

Caso Bologna. Di Benedetto (Lega): «Deriva gender del Comune è ovunque, dalla neolingua alla scuola»

«Il Comune di Bologna ha adottato un manuale sul nuovo linguaggio per i dipendenti del Comune. Si tratta di una vera e propria opera di ingegneria sociale in cui si vuole insegnare alle persone come parlare, quali parole usare, in fondo, alla fine, come pensare e cosa pensare. Un’operazione di manipolazione del linguaggio dal sapore totalitario che poco ha a che fare con la democrazie liberali come la nostra. Un manuale intriso di ideologie LGBT e di propaganda che vuole arrivare alla neolingua. Si censurano addirittura parole come “anziani” perché discriminanti. Siamo alla follia. Non è solo una questione di priorità, come dicono alcuni, ma si tratta di proposte intrinsecamente sbagliate, totalitarie, da contrastare. Sbaglia chi dice che sono attività semplicemente superflue, perché sono operazioni di indottrinamento che vanno esposte per mostrare alle persone i caratteri impositivi di questa giunta progressista che di fatto, come in tante altre circostanze, sposa battaglie ideologiche come la fluidità di genere. Siamo e saremo sempre convintamente schierati contro il gender e le altre imposizioni ideologiche delle lobby lgbt», così il Capogruppo della Lega a Bologna Matteo Di Benedetto, nel commentare il nuovo “frasario” Lgbtqia+ promosso dal Comune di Bologna, come ha anche denunciato Pro Vita & Famiglia.

STOP GENDER NELLA SCUOLA - FIRMA LA PETIZIONE!

Di Benedetto, però, rincara la dose e denuncia la deriva gender del comune anche in tema di scuola. «A questo - prosegue - si aggiungono le operazioni di indottrinamento sugli insegnanti che il Comune promuove e finanzia sulla piattaforma Sofia. Si tratta dei corsi proposti dall’associazione Frame, in cui si parla di identità di genere e di altre proposte dal carattere ideologico, che vengono finanziati dall’amministrazione di Bologna. Riteniamo inaccettabile che il Comune sperperi i soldi pubblici per finanziare attività come queste: è una decisione che politicamente non possiamo accettare e contrasteremo. Ho già depositato un’interrogazione scritta, a cui non ho ancora avuto risposta, con il quale chiedo conto di tutte le risorse umane, finanziarie e non solo che il Comune ha speso per promuovere questo progetto che riteniamo ideologico. Indottrinare gli insegnanti significa indottrinare le nuove generazioni: è una competenza che a nostro avviso non appartiene al Comune e in ogni caso si tratta di scelte e posizioni che dovrebbero rimanere fuori dalle scuole. Fuori il gender dalle scuole e da Bologna» conclude.

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