23/10/2023 di Luca Marcolivio

Carriera alias: il Municipio XI di Roma ci prova, ma le scuole forse hanno cose più importanti da fare

Ci hanno provato ma, almeno per il momento, alle lobby Lgbt+, non è andata bene. L’ordine del giorno della Commissione Politiche Educative e Scolastiche del Municipio XI di Roma Capitale per la possibile introduzione della carriera alias negli istituti del territorio, si è risolto con un nulla di fatto, limitandosi a discorsi di pura accademia. È quanto riferisce a Pro Vita & Famiglia Daniele Catalano (Lega), consigliere di opposizione, che nell’assemblea municipale ha difeso le ragioni della libertà educativa.

Alla Commissione dello scorso 17 ottobre, un ordine del giorno ha avanzato «in modo abbastanza inequivocabile» una bozza di regolamento per le scuole del Municipio XI, spiega Catalano. Tuttavia, all’atto della discussione si è riscontrato un «cambio di approccio» in quanto, in primo luogo, i dirigenti scolastici hanno sostanzialmente disertato la Commissione, delegando dei docenti, i quali, poi, «hanno preso le distanze non tanto sul tema in sé, quanto sull’iter che la scuola dovrebbe effettuare qualora fosse interessata». L’assenza dei dirigenti scolastici ha quindi fatto sì che «non si sia entrati molto nello specifico del regolamento».

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Non è tutto: una delle scuole invitate, il liceo classico, linguistico e delle scienze umane “Eugenio Montale” ha riferito, tramite un rappresentante dei genitori, che la Carriera Alias era stata già votata a luglio e bocciata. Su questa base, il dirigente scolastico ha ritenuto «ridicolo affrontare di nuovo il tema a ottobre».

Secondo il consigliere Catalano, la possibilità per uno studente che «si percepisce altro da sé», al punto da «cambiare il nome anagrafico», rappresenta un «problema» già per il semplice fatto che, in tal modo, «la scuola diventa una sorta di ufficio anagrafico» in più.

In Commissione, il consigliere leghista ha fatto notare che «manca una legislazione sul tema». Sebbene la delegata per le politiche Lgbt+ del Comune di Roma, Marilena Grassadonia avesse fatto riferimento al decreto-legge 205 del 1999, che sancisce l’autonomia scolastica, secondo Catalano, il quadro giuridico non si può interpretare «come se, in mancanza di una giurisdizione nazionale, si debba dare spazio all’autonomia delle scuole: semmai – osserva il consigliere d’opposizione – va letta al contrario, ovvero questa autonomia va perimetrata all’interno di una legislazione nazionale». Altra evidenza che non porta acqua al mulino dei sostenitori della carriera alias: nelle scuole, i casi in questione sono «più che sporadici».

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Quanto alle prospettive di votazione di un qualche regolamento a disciplina della carriera alias, Catalano ritiene che probabilmente «si arriverà a una mozione in Consiglio avanzata dal Pd, in cui sarà all’oggetto una proposta di regolamento redatta dal Dipartimento Pari Opportunità del Comune di Roma». Secondo il consigliere leghista, tale documento verrebbe quindi sottoposto all’attenzione dei dirigenti scolastici, che a loro volta lo presenterebbero nei loro istituti per attivare la carriera alias.

Ad ogni buon conto, durante la Commissione di martedì scorso, non sembra essere emerso grande entusiasmo a favore della carriera alias. Uno dei docenti intervenuti, racconta Catalano, ha detto di «non avere elementi da dare, perché non è stato mai fatto nulla nella sua scuola», mentre un altro insegnante ha detto che anche nel loro istituto non è stato attivato nessun percorso ma che vi sarebbe solo uno studente interessato. Un po’ poco, per un’iniziativa che era stata annunciata con notevole enfasi. La discussione di martedì scorso in Commissione Politiche Educative e Scolastiche del Municipio Roma XI non è realmente entrata nel merito del provvedimento e si è limitata ad uno «scambio di opinioni», commenta ancora Catalano, «loro hanno una visione, noi la nostra». L’attenzione mediatica sul tema, in ogni caso, è stata accesa e la vicenda, di certo, non finisce qui.

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