01/02/2024 di Salvatore Tropea

Canada sospende, di nuovo, il suicidio assistito per malati di mente

Per la seconda volta - e viene da dire meno male - il Canada ha annunciato la sospensione temporanea (più che altro un ritardo) del via libera per la possibilità di ricorrere al suicidio assistito per le persone affette da disturbi mentali.

Già nel 2021, infatti, il governo aveva ritardato questa “apertura”, prorogandola al 17 marzo 2024, ovvero tra poche settimane. Ora il secondo stop, motivato dallo stesso Esecutivo con la mancanza di professionisti per valutare i pazienti, mentre da sempre le opposizioni - in particolare il Partito conservatore e il Partito socialdemocratico della Nuova Democrazia (NPD) - si dichiarano contrarie all’ipotesi di allargamento.

La questione cruciale, infatti, non dovrebbe essere il perché - dunque la mancanza di personale medico - tale procedura viene ritardata, ma il fatto stesso che, in una società che si chiama civile, si possa anche solamente pensare di proporre la morte a persone con disturbi, disagi o malattie mentali.

Ma torniamo alla mera - seppur drammatica - cronaca del suicidio assistito in Canada. Nel Paese nordamericano, infatti, ad oggi è possibile solo per problemi fisici e un rapporto pubblicato lunedì e realizzato da una commissione speciale di deputati e senatori - come riporta l’Agi - ha concluso che il sistema del suicidio medicalmente assistito, che esiste dal 2016, non è pronto per essere esteso ad altri casi.

La possibilità di questa ulteriore drammatica apertura nasce nel 2019. Di base, infatti, la legge canadese stabilisce la possibilità di porre fine alla propria vita per quelle persone la cui morte sarebbe “prevedibile”. Dunque malattie degenerative, gravi e situazioni cliniche particolari. Quell’anno, però, la Corte Superiore del Quebec, su richiesta di due persone affette da malattie incurabili ma non terminali, stabilì l’incostituzionalità di limitare il suicidio assistito ai pazienti la cui morte era prevedibile. Per questo, la sentenza del Quebec aveva costretto i legislatori canadesi a considerare l'estensione del suicidio assistito anche alle persone affette da disturbi mentali.

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