13/10/2018

Canada: atleti transgender nelle competizioni femminili

L’ideologia del gender ci ha ormai abituati a una serie di goliardate ogni volta sempre più divertenti: dal detenuto transgender nel carcere femminile al cambio di sesso sulla patente per risparmiare sull’RCA; tanto per fare due esempi tra i tanti a disposizione. Non sempre le vicende in questione sono direttamente il frutto di un’istanza dell’attivismo gender (come nel primo esempio), ma in ogni caso si tratta degli effetti sociali e talvolta giuridici di questa pressione ideologica (come nel secondo esempio).

Ora veniamo a conoscenza di un nuovo episodio esilarante (in linea con la fuga dalla realtà che ha investito anche il mondo dello sport da qualche anno a questa parte): un’organizzazione sportiva che disciplina gli sport nella maggior parte dei campus universitari canadesi ha approvato una nuova politica “transgender friendly” che consente ai maschi che si identificano come femmine di competere con le femmine reali. «Con effetto immediato, gli studenti-atleti di U SPORTS saranno idonei a competere nella squadra che corrisponde al loro sesso assegnato alla nascita o alla loro identità di genere», afferma il comunicato dell’associazione. Il bello è che non si richiede né l’intervento chirurgico né il trattamento ormonale, perché un ragazzo possa competere con le ragazze: è sufficiente la percezione soggettiva di appartenere al genere opposto.

Ora, è davvero il caso di star qui a ironizzare sulle conseguenze di una simile politica in ambito agonistico? Le differenze tra maschi e femmine investono anche la forza fisica. Non è un caso se, da che mondo è mondo, tutte le competizioni sportive sono separate per le due categorie: un uomo che gareggiasse con una donna partirebbe notevolmente avvantaggiato per il solo fatto di essere uomo, ed avere cioè quella conformazione fisica e quell’energia muscolare che, a parità di età, peso e  preparazione atletica, la donna ha in misura inferiore.

A quanto pare la politica transgender inclusive impone di far finta di niente persino dinanzi alla più radicale ed eclatante delle differenze. E adesso aspettiamo la reazione delle femministe

Redazione

Fonte:
Activist Mommy

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